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Ili
LO SPECCHIO
1
Io su l’altar de la volubil moda
sparsi devotamente e carmi e fiori,
né scortese privò d’ingenua loda
le quadrilustri rime Egeria o Clori.
E se l’affabil dea volgasi e m’oda,
or de lo specchio canterò gli onori,
col suo favor narrando a parte a parte
le cure di madama in queste carte.
2
Grazie agli dèi. Giá per l’aerea mole
gli scintillanti alipedi sospinge
il cocchio rapidissimo del sole,
che la metá di sua carriera attinge.
E giá la vaga innamorata Iole
a sorger da le coltri ornai si accinge;
mentre ne l’anticamere Brunetta
de l’argenteo metallo il segno aspetta.
3
Giá il chiaro tintinnio le aurette tíede
e giá l’ancella fortunata avanza
tra soglia e soglia con veloce piede
nel sacro orror de la rimota stanza.
E subito madama a lei richiede
lo specchio consiglier giusta l’usanza,
per vedere se il giglio oppur la rosa
tinga la guancia sua fresca e vezzosa.