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20

Sudate, o piani, a preparar ghirlande,
per coronarne quell’ immensa mole,
e raddoppinsi a gara in queste bande
gli anemoni, i giacinti e le viole,
ché ad infiorare quel tupé si grande
triplice primavera almen ci vuole,
e a spogliarne l’Eliso il ciel mi faccia
Briareo gigante da le cento braccia. —

21

Com’ebbe detto, subito levosse
un lieto plauso, un ilare tumulto,
che fece tosto a replicate scosse
tremolar ogni fronda, ogni virgulto.’

Da gioia intanto e da stupor commosse
l’ ombre donnesche tennero consulto
se comparir doveano il giorno appresso
col medesmo tupé, col ciuffo istesso.

22

Quinci a madonna che posando siede
su la fiorita e verdeggiante zolla,
lo stuolo tnascolin rivolge il piede
e intorno a lei vastissimo si affolla.
Ognuno le domanda, ognuno chiede
qual cimier su la fronte il maschio estolla,
se ne l’acconciatura ei cangi stile
o s’aggia un baluardo a lei simile.

23

Mentre in tal guisa cercano frattanto,
ecco l’estinto damerino avanza,
quegli che per madonna arse cotanto
sotto il velo di semplice amistanza,
quel damerin che l’anima soltanto
mostrava di curar, non la sembianza,
e in vantarsi platonico solenne
l’indifferenza del marito ottenne.