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CANTO TERZO

1

Canterò ancor su le toscane corde
la nuova frenesia del popol vile,
se al buon volere seguirá concorde
l’estro di prima e il consueto stile.
Muse, non siate voi ritrose o sorde
con chi vi prega e vi scongiura umile,
onde veggasi alfin col vostro aiuto
l’elogio del cimier bello e compiuto.

2

Poiché ne la mal’ora incominciò
a serpeggiar la moda del tupé,
e gran parte degli uomini copiò
restraordinario ritrovato in sé,
tanto l’usanza rea si divulgò,
che pentolaio e ciabattili non v’è,
il quale non coltivi (e quinci io sbuffo
di veleno e di rabbia) un alto ciuffo.

o

Finché a taluno, cui s’ innesta ed ara
larga campagna d’ogni agrume folta,
e a cui nel luglio Cerere prepara
un’ubertosa e fertile ricolta,
questa moda riesca accètta e cara,
io non ne prendo meraviglia molta;
e sol compiango l’etá bella e verde
o la matura, che ne l’ozio ei perde.