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XLIII
Al capitano vicepodestá di Brescia Sua Eccellenza Iacopo da Riva
stato giá capitano di mare (i).
Ninfe che in guardia avete
i salsi adriaci regni,
io veggo ben che liete
seguite i fausti legni,
che a vendicar vostr’onte
movon d’Algeri a fronte (2).
Ma perché mai si preste
di qua di lá volate,
e in quelle parti e in queste
sollecite cercate
con disioso ciglio
or questo or quel naviglio?
Del degno erede forse (3)
de’ vostri campion fidi,
che campion vostro corse
anch’egli tanti lidi,
del generoso Riva
la fama in voi si avviva?
So che di lui tuttora
serbate, o dèe, memoria,
che in fresca etate ancora
preso il cammin di gloria
per voi in duri affanni
giá spese il fior degli anni.
Parlasi ancor fra voi
com’ei cittadi e ville
co’ saggi avvisi suoi
scampò da ree faville
a divorar giá preste
tetti, campi e foreste (4).
(1) La presente composizione fu recitata davanti a Sua Eccellenza il signor Giacomo da Riva capitano e vicepodestá di Brescia, correndo l’agosto del 1767 ed a lui
dedicata.
(2) Alludesi alla spedizione in quell’anno delle galere venete contro Algeri.
(3) Il Riva fu capitano lungo tempo di mare.
(4) Si accennano alcune imprese verissime di Sua Eccellenza.