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XL

Ad un giovane che richiedeva di essere creato accademico.

Canzonetta recitata in un’accademia.

Tu che del biondo Apolline
fatto nove! seguace,
brami sul capo intessere
la fronda ognor vivace,

queste che il nume ispirami
serba veraci note:
mentir non osa, credilo,
d’Apollo un sacerdote.

Giá di soavi aromati
l’ara timbrea spargesti:
rette le vampe ascesero
a le magion celesti.

Cantar fanciulli e vergini
tre volte il tuo bel nome.

Voce sonò: — Germoglino
i lauri a le sue chiome. —

Quattro giovenche tenere
il sacrifizio impose:
con le ghirlande apparvero
di mattutine rose.

La scure inevitabile
cadde fra il doppio corno.

Forse men bella dTnaco
era la figlia un giorno.

Cento quel sangue bebbero
misteriose larve,
e su le offerte vittime
un’iride comparve.

Felice te! Calliope
or ti prepari un serto;
ad acquistarlo Urania
poscia t’aggiunga il merto.

Urania che pel margine
di Pimpla i versi alterna,
mente del cielo e regola
degli astri che governa.