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Egle (0, che fai? Risvegliati
dal lungo tuo riposo:
lascia le selve arcadiche
e il Mènalo frondoso.
Quella pur sei, che al vetere
lazio sermone istesso
sentir facesti i numeri
de l’italo Permesso ( 2 ).
Quella pur sei, che a Perniile
tre ninfe de la Senna (3)
le grazie non invidii
de l’attica lor penna.
A quel gran zio rivolgiti ( 4 ),
che Italia tutta ammira
e per facondia insolita
e per eburnea lira.
Nel sacro ardor poetico
che in petto ad ambo serpe,
egli rassembra Apolline,
tu la divina Euterpe.
Per voi le glorie dénnosi
in Elicon far note
de la sorella amabile,
de la gentil nipote.
Io d’insoavi numeri,
gioco de Paure sorde,
spezzo a l’ingrata cetera
le disadatte corde.
(1) La contessa Roberti Franco, fra gli arcadi Egle Euganea.
(2) Alludesi all’elegantissima sua traduzione dell Vi ffrica del Petrarca.
(3) Qui vuoisi intendere la Sevigné, la Maintenon e la Pompadour. E noto il
recente libro delle Lettere familiari di questa egregia e valorosa dama.
(4) 11 celebre ex-gesuita conte abate Giovan Battista Roberti.