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XXVIII

Per la vestizione della contessa Anna Maria Roberti
in nome della nobile signora Francesca Negri Miazzi.

So che a tornar gli affetti
ne la perduta calma
oggi non basta a l’alma
l’usata sua virtú.

Ma tergi alfine il pianto,
o Laura, o mio sostegno (0,
e su l’amato pegno
deh! non t’affligger piú.

Esce dal mondo infido
la tenera donzella
e in solitaria cella
nasconde il suo candor.

Qual timida colomba
che visto il suo periglio
involasi a l’artiglio
del nibbio predator.

A le materne cure
deve i costumi egregi,
piú che a natura i pregi
d’ insolita beltá.

Fra i vezzi de le mode
volubili e leggiadre,
non educasti, o madre,
la sua ridente etá.

Ah non turbar, ti prego,
col lagrimoso aspetto
il sacrifizio eletto;
cara, non sospirar.

E se la figlia or manca
rivolgi a me le ciglia,
che qual novella figlia
ben io saprotti amar.

(i) La contessa Laura Roberti, nata Zuccato, madre della candidata.