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XXVII

PER NOZZE

Parla Imeneo alla sorella della sposa.

No, non bagnar le stanze
di lagrima furtiva
oggi che ad altra riva
torce Nerina il piè.

Convien che per seguirmi
ti lasci in abbandono;
ma un dio pietoso io sono,
fidati pur di me.

Dopo i sofferti affanni,
dopo P indugio amaro,
al suo bel cor preparo
la debita mercé.

Ecco di paffíe rose
io stesso la incorono;
un dio pietoso io sono,
fidati pur di me.

Quegli che vedi, o Nice,
de la germana a lato,
è un cavalier bennato,
pieno d’amore e fé;

e giá tra le sue braccia
la chiudo e la imprigiono:
un dio pietoso io sono,
fidati pur di me.

Ei su pomposo cocchio
volge con essa in fretta
al Mella che lo aspetta,
e che il natal gli die’.

Sin qua di mille «viva»
udrai l’allegro suono;
un dio pietoso io sono,
fidati pur di me.