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O gemma de le spose,
onor di questi liti,
che de la madre imiti
le grazie e le virtú;
stringi d’un laccio d’oro
il tuo gentil consorte,
ma stringilo si forte
da non disciorsen piú.
Io, se al diurno lume
non mi rapisce il fato
pria che ti scherzi a lato
un vispo fanciullin,
verrò coi sacri doni
dal monte d’Elicona,
e l’ultima corona
ti metterò sul crin.