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XII

Nelle nozze Fabris-Cántele.

Vestito di rose
giá move l’aprile,

Annetta gentile,
t’allegra e fa’ cor.

In giorno si lieto
qual cura ti punge?
non vedi da lunge
Imene ed Amor?

I dolci parenti
e l’ombra de’ cari
domestici lari
ti spiace lasciar.

Ma tutto racquisti
nel pronubo anello:
compenso piú bello
è vano il cercar.

XIII

Agli egregi e fortunati sposi Mila», in nome di Antonietta Bianchi.

Sono i voti a’ giorni nostri
menzogneri complimenti ;
sono frasi, sono accenti
che non partono dal cor.

Si fan sol per interesse,
si ripetono per gioco,
ed han tutti presso a poco
il medesimo color.

Ma ben d’indole diversa
sono, o sposi, i voti miei,
nel pregarvi dagli dèi
pace, gioia e sanitá.

Amo il vero e son nipote
di colui che il primo vanto
tolse a Fidia (*), e giunse a tanto
col seguir la veritá.

(i) Canova.