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XI
IN MORTE DI ADELAIDE TREVISAN
Su l’ottantesim’anno
con dubbio e lento passo
movo, o Adelaide, al sasso
che chiude il tuo bel fral.
Mei segna una scolpita
angelica sembianza,
mel segna la fragranza
d’un giglio virginal.
O nata al pianto, o cara (0,
ad onorarti io vegno;
ma il non sopito ingegno
e il facil carme ov’è?
Amor che i lagni miei,
che i miei desiri intende,
subito l’aer fende
e reca un don per te.
Ecco in vasel gemmato
le stille che bagnaro
nel tuo disastro amaro
il ciglio al genitor.
Prendile in man da forte
né scolorare il viso,
e tienle in paradiso
sempre vicine al cor.
(i) Fu assai lunga e martoriarne la malattia che trasse a morte questa virtuosissima fanciulla.