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IV
AD UN GIOVINE CHE SI ADDOTTORA
Per quelle egregie tempre
che a pochi il ciel donò,
t’amai qual figlio sempre
e sempre t’amerò.
Pronto e sagace ingegno,
schietto e modesto cor
ti fan, piú ch’altri, degno
del glorioso allòr.
Su, tronchisi ogni inciampo:
metti al corsiero il fren,
e vola come un lampo
del genitore in sen.
Non vedi con che ciglio
l’estremo addio ti do?
Sempre t’amai qual figlio
e sempre t’amerò.
v
IN NOME D’UN CHIMICO AD UNO SPOSO
Dai solitari poggi
del tacito Angaran,
che al nome tuo quest’oggi
eco facendo van;
dai poggi, ov’ io tranquillo
colgo l’erbetta e il fior,
e poscia li distillo
in medicina ai cor;
acciò che duri sempre
la tua felicitá,
né cangi mai di tempre
cangiandosi l’etá;
ti mando ben racchiuso
un certo mio liquor,
in cui la rara ho infuso
stabilitá d’amor.