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Ed a te, Saffo, volgesi
    Ancor la musa mia,
    Mentre giocosa modula
    Su la cetra latina un'armonia.
Era la notte: immemore
    In sonno mi giacea,
    E lungo la Metimnia
    Contrada ire e redire a me parea.
E poi di mirto intessere
    Presso la sponda un serto,
    E al limitar del tempio
    Sacrato a te, pareami averlo offerto.
Quand’ecco, il sonno rompesi
    E lasso! cerco invano
    La ricca Lesbo: in cambio
    Su l’Ausonia terra io son lontano!
Or dunque, Voi del tempio
    Al limitar rapite
    Quel serto, o dive Cariti,
    E all’alma Saffo, Voi per me l’offrite.
C.