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Alta è la notte: dormono
Della prigion le scolte:
Furtivamente ai cardini
Le dure chiavi ho tolte,
E scalza nel silenzio
Venni, mio padre, a te.
Il bimbo mio già sazio
Veh, chiude al sonno gli occhi;
O genitor, ti supplico
Fa che il tuo labbro imbocchi
Di questo sen le turgide
Mamme, che or offro a te.
Se, genitor carissimo,
Da te m’ebb’io la vita,
Or la tua figlia memore,
Viene a recarti aita;
E ’l casto sen porgendoti,
Brama ridarla a te.
B.