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Gnatòn negli orti or or piantava cavoli;
Oggi scrive libretti ed effemeridi:
Poffar! di botto
È grande e dotto....
Vive fontane e tempii
Quì veggio e simulacri;
Le torri, il foro, i bivii,
Le scene ed i lavacri.
E stanze care agli uomini,
E care alle ragazze:
Veggio disposte in tavole
E dapi e torte, e tazze.
E cento intatte lampadi,
E lucide collane,
E braccialetti, e bossoli,
E su le rôcche lane.
Elina, a che non odesi
Suono d’accenti umani?
Ah forse in sonno placido
Si stanno i Pompejani!
B.