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stile che è tutto di Diego Vitrioli; il quale ben a ragione da sè tradusse il suo lavoro, essendochè forse nessuno giammai avrebbe degnamente portato in volgare questo poema così grazioso e delicato. È da osservare inoltre ch’ei non si lascia trasportare dalla potente immaginazione, la quale da fino giudizio è frenata. In quei punti dove la ricca fantasia mostrerebbe a lui dovizie innumerevoli, quasi per farsi gioco di esse, trasvola rapidamente, prendendo il meglio e tralasciando il resto. Ciò è effetto di quel raro e profondo discernimento del bello, che fa vedere a quel fortunato ingegno la perfezione, la quale è un punto solo, che pochi incontrano, e che non è dato mutare.
- Perugia. Carlo Conestabile.
Ella ha voluto porre il colmo alla sua liberalità, regalandomi quell’inestimabile tesoro di tutta bellezza, che è il suo Xifia! Caro Signor mio, quanto Le sono io tenuto per sì prezioso dono! che tanto più mi giunse caro, quanto io più mi struggeva di possederlo..... e gustarne a bell’agio le inusate e veramente miracolose bellezze. Ed ora questo desideratissimo libro io lo tengo proprio dalle mani del venerando Scrittore; che ha saputo in faccia alla culta Europa rivendicare a questa povera Italia la gloria antica de’ Virgilii, e la rinnovata de’ Sannazzari, de’ Pontani, e dei Vida. Questo pensiero m’empie l’animo d’una consolazione dolcissima, e d’una incredibile e quasi divina voluttà.... La prego di presentare il mio profondo ossequio al glorioso suo Padre, ed all’egregio suo fratello Annunziato.
- Assisi. Antonio Cristofani.
Ma sa Ella che cosa non sarei capace di sostenere io, per poter dire: Ho visto l’autore dello Xifia, ed ho parlato con