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xcviii | introduzione |
Opere minori di Dante Alighieri. Volume II.
Sono due vere e proprie edizioni; con qualche varietà fra loro. Il Fraticelli ristampa in esse, quanto al testo, la dichiarazione fatta per l’edizione del 1839, aggiungendo di aver tenuto sott’occhio anche l’edizione del Torri uscita nel frattempo, e di aver notato a piè di pagina le varianti dei testi da lui riscontrati. Ma di varianti ne registrò soltanto poche e generalmente senza indicare i testi donde gli provenivano; e le mutazioni che introdusse nella lezione non sono in massima parte felici. Alcune che ha derivate dal Torri sono anzi senza alcun dubbio erronee: II 5 allo spirito del viso, XXV 8 delle cose inanimate, XXXVII 6 facea maravigliar (questa lezione, che era della volgata, l’aveva già corretta egli stesso in faceva lacrimar nella prima edizione!), XLI 5 della sua patria vista. Dal Witte accettò, oltre alla giusta correzione bellezza grande (invece di bellezza e grande, in XXXIII 8), le due congetturali, non necessarie, riso in XIX 12 e dopo queste, altre parole, cioè in XXIV 5. Rinunziò in II 1 alla sua congettura e quali non sapevano, credendo peraltro «potere e dover dire che la lezione è errata, o vi ha qualche lacuna; per esempio: fu chiamata da molti Beatrice, ed altri v’avea, i quali non sapeano che si chiamare». Ridusse anche quello strano d’uno mezzo (XII 8), che forse era stato un errore di stampa, alla vera lezione. Ma corresse poi, senza bisogno, e senza che i suoi testi ve lo consigliassero, morta in smorta in XV 6 e fugge in fuggon in XXI 2. Anche nei ritocchi fatti nell’edizione del 1861 (XII 13 s’egli è vero, XIX 18 procedono, XLI 5 della sua patria, omesso vista o vi sta) non fu felice. Il testo di questa 2a edizione fu poi riprodotto inalterato sino alla «7a edizione» (1899). Tutte quante hanno la distinzione in paragrafi del Torri.
Parla l’editore nella prefazione di critica «severa», afferma anche di aver «cercati e ricercati i codici e le stampe più accreditati»; ma il vero è che, presa la stampa Fraticelli del 1861, non altro fece che riordinare la punteggiatura secondo un diverso sistema ortografico