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xc introduzione

sarebbe davvero agevole provare che per tutte le 850 varianti offerte dal codice Pesarese di fronte all’edizione Biscioni «il dettato acquista eleganza maggiore, o maggiore chiarezza il senso». È anzi un testo molto arbitrario. Tuttavia ebbe assai valore per il suo tempo, offrendo una lezione indipendente e in certi luoghi più genuina di quella del Boccaccio, sino allora fondamentale; e conserva ancora valore per la critica del testo quale rappresentante di un Ms. smarrito. Cfr. Manoscritti, n. 39.

Il testo della stampa di Pesaro fu riprodotto nel t. IV delle Opere di Dante edite in Firenze per Leonardo Ciardetti nel 1830. Il Ferruzzi (Manuale dantesco, IV, 488) ricorda: «La Vita Nuova di Dante Alighieri secondo la lezione di un Cod. inedito del sec. xv colle varianti delle edizioni più accreditate. Torino, Gallo e Brunetti, 1865». Non son riuscito a trovarne un esemplare; ma sarà probabilmente l’edizione stessa di Pesaro col frontespizio cambiato.

6. la | vita nuova | di | dante alighieri | a corretta lezione ridotta | e con illustrazioni dichiarata | da p. j. fraticelli | socio corrispondente ecc. || firenze | dalla tip. di leop. allegrini e gio. mazzoni | nella badia fiorentina | 1839.
A pp. 201-358 del III vol. delle Opere minori di Dante Alighieri.

Dichiara il Fraticelli in fine della introduzione (p. 263): «ho tenuto a riscontro le quattro principali edizioni che di esso libro abbiamo (Sermartelli 1576, Biscioni 1723, Poliani 1827, e Nobili 1829), e ne ho trascolta quella che m’è apparsa la migliore od almen la più vera. Oltredichè ho pur riscontrato un Codice della Libreria del Sig. Cav. Balì Niccolò Martelli, dalla cui gentilezza, pel mezzo del Sig. Canonico Basi, ho potuto ottenere di consultarlo a mio agio: e dirò che la lezione di questo prezioso Codice, e la stampa procurataci dal Trivulzio (Poliani 1827), sono più specialmente state il fondamento di questa mia edizione. Nella quale io avrei volentieri riportate in postilla tutte le varianti che le stampe ed i Codici ne presentano, e che da me sono state fedelmente notate, se lo avesse comportato il formato di essa. Il quale per esser di troppo piccolo ed a ciò disadatto, mi fa procrastinare un tale divisamento fino ad altro tempo, a quello cioè, nel quale io pubblicherò una seconda magnifica edizione di queste Opere minori di Dante». Col crescere dei codici riscontrati, e specialmente di quelli appartenenti a una tradizione diversa dalla boccaccesca, su cui era fondata la volgata, sempre più facile e sicura diveniva la correzione del testo; e anche il Fraticelli diè corso, rispetto ad essa volgata ricorretta dagli Ed. Mil., a molte altre lezioni genuine, comuni per la maggior parte sì al codice Pesarese come al Martelliano, ed anche al Trivulz. 1058, come: I libello (libro), II 2 d’un grado (del grado), 4 qui veniens (veniens), 5 vestra (nostra),