più sicuri, è derivato che il testo volgato sia stato in qualche punto peggiorato. Tuttavia non sono pochi i passi in cui si è ristabilita la lezione genuina o si è colmata una lacuna: altre buone lezioni, anche se non accolte nel testo, sono registrate a piè di pagina1. E non è da trascurare d’avvertire che questa è la prima edizione ove, ordinariamente, le varianti sono presentate con la precisa indicazione delle autorità che le sostengono: non sono date tutte quante le varianti di B e di F, nè sempre esattamente o integralmente; ma più che da negligenza, è dipeso dal modo allora in uso di spogliare i codici. È ben chiaro che gli Editori milanesi non si valsero, nel loro lavoro, direttamento dei manoscritti posseduti dal principe Trivulzio, ma di collazioni già fatte, una delle quali si conserva ancora in Trivulziana sur una delle stampe venete del Pasquali, e precisamente su quella del 1741. Ora, se oggi si fanno spogli completi delle varianti di ciascun Ms., è perchè vogliamo che essi, oltre che alla correzione del testo, servano a una ricerca preparatoria, cioè a mostrarci le relazioni fra i vari codici, e a quest’ultimo fine anche gli errori e le lacune, anzi principalmente gli errori e le lacune, sono utili; ma quando di quella ricerca preparatoria non si vedeva la necessità, pareva sufficiente nella collazione segnare quella variante o parte di variante che si credeva poter giovare alla correzione del testo. Di qui proveniva che in collazioni di vari Mss. della stessa opera una stessa variante fosse ora registrata ed ora omessa, ora trascritta in una forma più completa od ora meno, a seconda della persona o del pensiero momentaneo o del caso: di qui poi una serie di falsi supposti e di involontari errori e di necessarie omissioni quando toccava servirsi di quel materiale per la critica del testo e per disporre l’apparato critico. Così nell’edizione milanese: a p. 12 (VI 2), F non legge sotto modo come B, ma in modo; a p. 13 (VII 1), sta bene che tutti e due i codici aggiungono alla Volgata molto, ma B ha molto lontano e F lontano molto; ugualmente a p. 21 (XI 3), tutti e due i codici aggiungono allora, ma B legge era allora tutto, F era tutto allora; a p. 42 (XX 2), anche F legge alquanto d’amore; a p. 46 (XXII 3), attribuendo a B la variante «si raunarono a cotal tristizia colà, dove ecc.» si fa credere a torto che anche quel codice abbia a questo punto la lacuna di F e di tutto il gruppo Boccaccesco, cioè l’omissione delle parole s’adunino a cotale tristizia molte donne s’adunaro, eccettuate il complemento a cotale tristizia; e così via. A p. 64 (XXV 9), la lezione di B remolo modo (corruzione di recitando lo modo) è introdotta nel testo così modificata: in emolo modo, avvertendo in nota semplicemente: «Così col C[odice] B».
- ↑ Gli errori indicati nell’edizione Biscioni a p. lxxxv, n. 2 rimangono però tutti, meno XIX 19, XXVI 12 e XXXVII 4.