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edizioni | lxxxiii |
dir’ parole in rima (dire parole per rima), XXXVII 1 col mio core (nel mio chore), 2 le vanità (lauanita), XXXVIII 1 che è apparita (ζe apparita), 4 più volte così combattuto (chosi più volte combattuto), E lo dico gentile (Et dicho gentile), ragiona (ragionami), 5 Io fo (ζfo), 5 ancho il cuore (il quore anche), XXXIX 2 si volsero (si rivolsero), 3 che li spiriti (che li sospiri), XL 1 sua bellissima figura (bellissima sua fighura), pareua (parue), XLII 1 che io non potessi (che io potessi). È anche da notare che in fine delle ragioni dopo la frase dissi questo sonetto, e simili, tralascia sempre il quale comincia ecc.; tanto che in XIX 2-3 veniamo ad avere: «la mia lingua parlò quasi come per se stessa mossa, & disse allhora vna canzone, la qual comincia come appresso. Queste parole [quali?] io riposi nella mente con gran letizia, pensando di prenderle per mio cominciamento, onde poi ritornato alla sopradetta città, e pensando alquanti dì cominciai la canzone ordinata nel modo che si vedrà appresso», dove il Ms. ha «.... vna chanzone laqual chomincia. donne chauete intelletto damore ctc. Queste parole.... vna chanzone chonquesto chominciamento ordinata....). È anche da notare (e torna a conferma che le poesie furono omesse nella trascrizione del codice, e furono aggiunte dipoi dalla Giuntina) che al § XXXVIII il son. Gentil pensiero fu inserito fuori di posto quasi alla fine del comma 4, prima delle parole «e dico gentile», dove appunto nel Ms. si leggeva «dissi questo sonetto ilqual chomincia, gentil pensiero»; e che fuor di posto fu pure inserito il son. Lasso! per forza nel § XXXIX, perchè fu aggiunto là dove il Ms. leggeva «Et dissi allora lasso per forza etc.» prima delle parole «e dissi lasso», che nella stampa vengono quindi dopo il sonetto.
Dopo ciò, non ci aspetteremo molta fedeltà quanto ai suoni e alle forme: l’editore adotta quelli preferiti da lui o dal suo tempo: non continuamente, ma continovamente; non elli, ma egli; non la terminazione della 1a sing. dell’imperfetto in -a, e della 3a in -ea e in -ia, ma in -o, in -eva e in -iva; non solavate, ma solevi; non appresso il giorno, oltre li, ma appresso al giorno, oltre alli; e così via. Ben più gravi modificazioni subivano rispetto alla lingua altre scritture letterarie nelle stamperie del Cinquecento!
Contiene: di Dante, la Vita Nuova, il Convivio e due epistole; del Boccaccio, la Vita di Dante e sei epistole. Notasi nella prefazione: «.... stante l’essere molto scorrette e manchevoli tutte l’altre edizioni della Vita Nuova e del Convito, queste due opere si sono stampate a forma del Codice Ms. del dottore Anton Maria Biscioni, co-