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lxxviii INTRODUZIONE

varianti sarà dunque da fare, dove occorra, un uso assai prudente; ma passarsene senz’altro non si può, potendo e il testo e le varianti rappresentarci qualche codice della Vita Nuova perduto1. In sè la lezione di questa stampa, almeno per le rime della Vita Nuova, riuscì corretta in modo da dar buon senso dappertutto; e la notazione delle varianti può far credere che si sia proceduti nella correzione del testo con un certo scrupolo; ma a parte che allora non poteva esserci nè il proposito nè il mezzo di fare uno studio critico comparato di tutte le tradizioni manoscritte per aver lume a determinare la lezione genuina, qualche variante adottata, che oggi non si riscontra in nessun codice, fa sospettare che s’introducessero anche mutamenti arbitrari per metter senso o regolarità dove pareva mancare. Sotto tale aspetto notevoli sono queste lezioni: XX 4 Amor pregiare il cor per sua magione, XXXI 15 a chi ’l vedesse, XXXII 5 ch’affogherieno il cor, XXXV 5 Ch’io facia.

Com’è noto, la raccolta Giuntina ebbe ristampe nel Cinquecento (Venezia 1532 per Io. Antonio e fratelli da Sabio, col titolo Rime di diversi antichi autori toscani ecc.) e nel Settecento (Firenze 1727 e, collo stesso titolo della veneziana del 1532, «giuntovi moltissime cose», Venezia 1731 appresso Cristoforo Zane); dalla ristampa dello Zane derivarono poi i cinque libri di Canzoni e Sonetti di Dante Alighieri per la prima volta di note illustrati da Romualdo Zotti, Londra, dai torchi di R. Zotti, 1809, e altre simili raccolte di rime dantesche della prima metà del sec. xix; le quali, mentre riprodussero fedelmente l’ordine delle poesie, lo stesso non fecero sempre del testo. Ma poichè a nuovi Mss. della Vita Nuova non appare che siano ricorse, noi possiamo liberamente trascurarle.

2. vita nuova | di dante | alighieri. | Con xv. Canzoni del medesimo. | E la vita di esso Dante scritta | da Giovanni Boccaccio. | con licenza, e privilegio. || In Firenze, | Nella Stamperia di Bartolomeo Sermartelli. | MDLXXVI.

Fornì e apparecchiò il testo per la stampa, secondo risulta dalla dedica, un messer Niccolò Carducci; ma non s’accenna alla prove-

  1. Non sappiamo sicuramente chi curasse pei Giunti questa raccolta di antiche rime: la tradizione già nel Cinquecento attribuiva questo onore a Bardo Segni. Nelle Annotazioni inedite di Vincenzo Borghini sulla Cronaca del Villani (B.ca Nazionale di Firenze, II, x, 66, vol. II, p. 155) si legge: «Truovansi alcuni poeti antichi; parte de’ quali furono già dati alla stampa per diligentia et amorevolezza di Bardo Segni, che fu un bello o gentile spirito; parte se ne ritrovaron poi in un libro che fu di Mons.r Brevio, di poi venne in mano di Mons. Bembo, e ne va a torno alcuna copia ecc.».