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lviii introduzione

venienza del codice, affermarono essi in nota a p. v dell’edizione ordinaria (poichè in due forme comparve, come vedremo, l’edizione di Pesaro) essere il codice stesso «passato dalle mani del sig. Antonio Figna libraio di Forlì a quelle di Annesio Nobili stampatore libraio in Pesaro». Ma poi in mano di chi rimase? In un esemplare dell’ edizione lasciato dal Ferrucci alla Biblioteca Laurenziana si ha una sua annotazione del seguente tenore: «A dì 20 Gennaio 1833. Nell’anno 1828 essendo io Professore di Eloquenza in Pesaro, trovai presso il marchese Antaldo dogli Antaldi un manuscritto della Vita Nova di Dante Allighieri, che tutto di mia mano diligentemente copiai, e coll’ajuto del conte Odoardo Macchirelli corredandolo delle Varianti di tutte le edizioni più accreditate, lo diedi alle stampe in due forme: cioè colle varianti in margine; e col nudo testo. L. C. Ferrucci». Fu un puro errore di memoria l’affermazione d’aver trovato il codice presso il marchese Antaldi, o il codice passò in sua proprietà dopo, e il Ferrucci errò fra il prima e il poi? O fu il Ms. in origine dell’Antaldi, e acquistato appresso dal libraio Figna? È notevole che anche il Witte nel catalogo dei testi premesso alla sua edizione della Vita Nuova affermi (p. xxix), ma senza dire su qual fondamento, che il codice «fu di Casa Antaldi». In un esemplare poi dell’edizione pesarese posseduto dalla Biblioteca Riccardiana (B. 3. 21) di seguito alla nota giù riferita «Passato dalle mani del sig. Antonio Figna libraio di Forlì a quelle di Annesio Nobili stampatore libraio in Pesaro» è aggiunto a mano, di carattere a me ignoto «perchè fosse stampato, ma il codice era di proprietà del Figna, che fu poi venduto alla Biblioteca Palatina di Firenze, nella quale esiste tuttora». E sarà; ma il codice nella sezione Palatina della Biblioteca Nazionale di Firenze non esiste. Nè a Pesaro se n’è potuto trovar traccia, per quante ricerche abbia fatte, da me pregato, l’amico Tommaso Casini.

Fortunatamente l’edizione pesarese ci offre del codice una riproduzione se non fedelissima, sufficiente almeno a stabilire, come vedremo, qual posto occupi nella famiglia dei testi della Vita Nuova.


Non merita di aver luogo fra gli altri Mss. della Vita Nuova la copia in penna che di essa si ha nel codice N, I, 38 (sala 17) della Biblioteca Comunale di Bologna. È una miscellanea di stampe e scritture varie; ma anche le scritture sono evidentemente copia di stampe, come il Reno pensile, favola pescatoria (di Pier Iacopo Martelli), stampato a Lucca presso il Venturini il 1718, e Il Secretario Cliternate. Al Barone di Corvara. Di satire libro. In Cosmopoli al Grifo. L’anno MDCCXVII. (La copia manoscritta del Secretario Cliternate ha pure le false indicazioni tipografiche). Così il testo della Vita Nuova è copia dell’edizione del Biscioni (Edizioni, n. 3), con-