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VITA NUOVA XLI 7 - XLI1 2 103 dico « donne mie caro », a dare ad intendere che sono donne coloro a cui io parlo. La seconda parte comincia quivi: intelli- H gema nova ; la terza quivi: Quanti’ elli è giunto; la quarta quivi: Yedela tal; la quinta quivi: So io che parla. Potrebbesi 0 5 più sottilmente ancora dividere, e più sottilmente fare intendere; ma puotesi passare, con questa divisa, e però non m’in- trametto di più dividerlo.

Oltre la spera che più larga gira 10 passa’l sospiro ch’esce del mio core: io intelligenza nova, che 1’ Amore piangendo mette in lui, pur su lo tira.

Quand’elli è giunto là dove disira, 11 vede una donna, che riceve onore, e luce si, che per lo suo splendore 15 lo peregrino spirito la mira.

Vedala tal, che quando’l mi ridice, 12 io no lo intendo, sì parla sottile al cor dolente, che lo fa parlare.

So io che parla di quella gentile, 13 20 però che spesso ricorda Beatrice, sì eli’ io lo ’ntendo ben, donne mie care.

Appresso questo sonetto apparve a me unamirabile visione, 1 XLI1 ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta, intino a tanto che io potesse più de- 25 gnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto 2 posso, si com’ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per al- 6. b h (o, so potassimo fidarci il all» stampa, anche P) rfiuùriorw, gli altri tosti, comprwo Co Mgl, ditata.

24. IO potkssk. La lezione della vandosi in nessuno dei Mss. ri- maggior parte delle stampe io non mastici, è da dubitare se anche P potessi fu introdotta arbitraria- l’avesse veramente, quantunque mente nell’edizione Semiartelli l’edizione pesarese la porti. Ad (cfr. p. lxxxiii) e mantenuta poi ogni modo, sarebbe una voce iso- sino a quella del Casini : non tro- lata, senza autorità.

104 VITA NUOVA XLII