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VITA NUOVA XXXVIII 3-0 05 amaritudine ! Tu vedi che questo è uno apiramento d’Amore, che ne reca li disiri d’amore dinanzi, ed è mosso da così gentil parte, com’è quella de li occhi de la donna che tanto pietosa ci s’hae mostrata *. Onde io avendo così più volte com- 4 5 battuto in me medesimo, ancora ne volli dire alquante parole; e però che la battaglia de’pensieri vinceano coloro che per lei parlavano, mi parve che si convenisse di parlare a lei; e dissi questo sonetto, lo quale comincia: Gentil penserò; e dico «gentile» in quanto ragionava di gentile donna, chè por altro era io vilissimo.

In questo sonotto fo due parti di me, secondo che li miei 5 pensieri erano divisi. L’una parte chiamo cuore, cioè l’appetito; l’altra chiamo anima, cioè la ragione; e dico come l’uno dice con l’altro. E che degno sia di chiamare l’appetito cuore, e 15 la ragione anima, assai è manifesto a coloro a cui mi piace che ciò sia aperto. Vero è che nel precedente sonetto io fo la parte (> del cuore contra quella do li occhi, e ciò paro contrario di quello che io dico nel presente; e però dico, che ivi lo cuore anche intendo j>er lo appetito, però che maggiore desiderio era lo iti mio ancora di ricordarmi de la gentilissima donna mia, che di vedere.costei, avegna che alcuno appetito n’avessi già, ma leggero parea: onde appare che l’uno detto non è contrario a Questo sonetto ha tre parti: ne la prima comincio a dire a 7 25 questa donna come lo mio desiderio si volge tutto verso lei; ne la seconda dic-o come l’anima, cioè la ragione, dice al cuore, cioè a lo appetito ; ne la terza dico come le risponde. La seconda parte comincia quivi: L'anima dice; la terza quivi: Ei le risponde.

30 Gentil penserò, che parla di vui, 8 sen vene a dimorai* meco sovente,

« l’altro.

35 e ragiona d’amor sì dolcemente, che face consentir lo core in lui.

L’anima dice al cor: «Chi è costui, che vene a consolar la nostra mente, 0 12. b erano in due diui«i.