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VITA NUOVA XXXVII 3-8 93 E quando così avea detto fra me medesimo a li miei ocelli, 3 e li sospiri m7 assalivano grandissimi ed angosciosi. E acciò cbe questa battaglia, che io avea meco, non rimanesse saputa pur dal misero che la sentia, propuosi di fare un sonetto, e 5 di comprendere in elio questa orribile condizione. E dissi questo sonetto, lo quale comincia: 1/ amaro lacrimar. Ed hae due 1 parti: ne la prima parlo a li occhi miei sì come parlava lo mio cuore iu me medesimo; ne la seconda rimuovo alcuna du- bitazione, manifestando chi è che così parla; e comincia que- 10 sta parte quivi: Coni dice. Potrebbe bene ancora ricevere più *r> divisioni, ma sariano indarno, però che è manifesto per la precedente ragione.

«L’amaro lagrimar che voi faceste, oi occhi miei, così lunga stagione, faceva lagrimar l’altre persone de la piotate, come voi vedeste.

Ora mi par che voi l’obliereste, sMo fosse dal mio lato sì fellone, eh’ i’ non ven disturbasse ogne cagione, M inombrandovi colei cui voi piangeste.

La •vostra vanità mi fa pensare, e spaventami sì, ch'io temo forte del viso d’una donna che vi mira.

6. b fi in ettso. lfi. o maravigliar. 20. K T irai» non X b) S (mane* V) IJurb Ro* «ìirtno (ma non gli ultri codici di x) menbrandomi.

15 tini, Tesoretto, 511). Cfr. anche XXTI1 14, ove secondo M 0 V To si ha : mi domandavano di che io avesse avuta paura.

15. lagrimar. Fu già osservato dal Witte (Cento e più correzioni al testo delle opere minori, p. 5) che lagrimar 7 e non maravigliarf rispondo al concetto espresso nella prosa: or voi solavate fare pian- //ere chi vedea la vostra dolorosa condizione. Che in x una lezione abbia ceduto il luogo all’altra «si spiega agevolmente(dice il Kajna).

(> 8 so si nota elio lagrimar leggo vasi giii nel primo verso, e che però la ripetizione aveva tutta l’apparenza di un errore d’amanuense ».

Anche nei Mss. delle rimo dan- tesehe ohe non dipendono dalla Vita Nuova si legge lagrimar.

20. memiirandovi. Anche nella prosa (XXXVII 2) : « io la vi pur rimembrerò ». 11 cuore è fermo nel pensiero di Beatrice: chi ha bisogno di sentirsela ricordare spesso, per non dimenticarla, sono tfli occhi.