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70 VITA NUOVA XXV 7-9 lare, che a li altri parlatori volgari: onde, se alcuna figura o colore rettorico è conceduto a li poete, conceduto ò a fi rimatori. Dunque, se noi vedemo che li poete hanno parlato a le 8 cose inanimate, sì come se avessero senso e ragione, e fattele 5 parlare insieme; e non solamente cose vere, ma cose non vere, cioè che detto hanno, di cose le quali non sono, che parlano, e detto che molti accidenti parlano, sì come se fossero sustanzie ed uomini; degno è lo dicitore per rima di fare lo somigliante, ma non sanza ragione alcuna, ma con ragione, la quale poi io sia possibile d’aprire por prosa. Che li poete abbiano così par- 9 lato come detto è, appare per Virgilio; lo quale dice che Juno, cioè una dea nemica de li Troiani, parloe ad Eolo, segnore de li venti, quivi nel primo de lo Eneida: Eole, nanque libi, e che questo segnore le rispuose, quivi: Tuus, o regina, quid 15 optes explorare labor; mi chi jnssa capessero fan est. Per questo medesimo poeta parla la cosa che non è animata a le cose animate, nel terzo do lo Eneida, quivi : Dardanide duri. Per Lucano parla la cosa animata a la cosa inanimata, quivi: Mul- tum, Roma, tamen debes cwilibus armis. Per Orazio parla l’uomo 20 a la sua scienzia medesima, sì come ad altra persona; e non solamente sono parole d7 Orazio, ma dicele quasi recitando lo modo del buono Omero, quivi ne la sua Poetria: JHc michi, 2. b e concedxUo agli rimatori. 4. K T b o ragione (e può ewaor oli»» riaolga a<l a, nonostante oho Am ubbia t ragione). 21. k remo, tornado del, b medio del j sO recitando lo modo deli o co«\ è probabile leggoas© ancho x (M rivelandolo modo del; W recitandole parole del, o in marg. al' retinendo lo modo ; C ritenendo lo modo del j p recitando le parole del; A ricitando il modo del).

17. NEL TERZO. Tutti i Mss.

hanno veramente nel secondo, ma il passo appartiene in realtà al 1. Ili dell 'Eneide, e però a cominciare dagli Edd. Mil., tutti hanno corretto secondo in terso. E noi puro, pensando che anche altre lezioni (cfr. p. ccxlix, e vedi altresì p. 48, n. 24) ci attestano l’esistenza di Mss. perduti fra i capostipiti a e 3 e 1’ autografo, e che, data la scrizione nel iij delo eneida, facile era l'omissione di un i fin dalle prime copie, manteniamo la correzione, senza tuttavia escludere che la lezione secondo possa anche risalire all’ autografo.

21. RECITANDO LO MODO. NCS- sun dubbio che lo modo sia da preferirsi a Ujtarole, essendo dato così da a come da j*. Quanto a recitando, esso è indubbiamente lezione di p, ma quel ritenendo che s’è infiltrato nel gruppo w qual fondamento avrà? Sarà una correzione congetturale fatta da