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VITA NUOVA XXIII 22 * 61 e furon sì smagati li spirti mioi, elio ciascun giva errando; o poscia imaginando, di cannosconza o di verità fora, • 6 visi di donno m’apparver crucciati, che mi dicean pur:- Morràti, morrà ti. - 6. PUR: MORRATI, MORRATI. I Mss. non lasciali dubbio cho la lozione è : mt dicean pur morra ti morraii. « La questione (acriveva gii\ il Rajna) ai riduce dnuqne a sapere se il pur debita essere unito a dicean o a morra’ti ». Ed osservava : « Leggendo nella prosa : Tu pur morrai, noi terremmo senz’altro questa seconda opinione, so: pur morra' ti fiotcsse prendersi nel senso di: Morrai tu ancora. Ma siccome, per quanto ridettili mo, codesto non ci sembra possibile, preferiamo ammettere che non si debba a intenzione deliberata se, tanto nella rima quanto nella prosa, s’incontra questa voce 'pur ». Così non parve al Casini : « È giusta P osservazione del Hajnn che il pur non può significare ancora, non può easer cioè usato al modo moderno come congiunzione copulativa, e nè anche, aggiungo io, come avversativa ; ma ciò non vuol dire che sia da riferire al dicean ; nè è da credere cho per caso si trovi tanto nella canzono quanto nella prosa, perchè in questa Dante si studiò di riferire con precisione i varii discorsi di quella. Par dunque ragionevole l’intendere il pur nella solita funzione avverbiale di limitazione, che ha sempre in Dante, e così il verso significherà : tu solamente inorimi .non Beatrice, per la qnalo il partire dalla terra sarà non cessazione, ma principio della vita vera ». E così ha parimenti inteso il Tu pur morrai della prosa, XXIII 4. Io intendo qui il pure nel senso di * ripetutamente, continuameli te, sempre ■, come nei seguenti esempi : Percotevansi incontro, o poscia pur ti | si rivolgea ciascun voltando a retro (Inf., VII, 28, 29) ; - vidi un che mirava | pur me, come conoscer mi volesse (Purg..

VILI, 47, 48);-a/ piò de l’alta ripa, che pur naie (Purg., X, 23) ; - vidi (/enti accese in foco d’ira j con pietre un giovinetto ancider, /orto | (fridando a sè pur: martini, inart ira (Purg., XV, 106-108); - m’andava.... | ascoltando il mio duca che diceva | pur: (inania che da me tu non sie mosso (Purg., XVI, 13-15) molto vai meglio u n9ora I morir, ca pu r pcn are (Sbr Nascimhknk i>a Bologna, ‘ S’eo trovasse pietanza ’, Vat. 3793, n° cvij, v. 37, 38); - già non muto | lo core meo, ma pur V [à] pros- simano (Guittonk, * Sì mi destringe forte v. 39, 40; ed. Pellegrini 1, 352). Nessuno nega che pure significhi spesso auche solamente; ma un pur inizialo, con tale significato, come nella frase che viene a formarsi con V interpunzione del Casini, è mai possibilei A me non pare, e per quanto abbia cercato, non son riuscito a trovarne esempi. Eppoi, è veramente questo il pensiero di Dante, che morrò lui solo, e non Beatrice? T/iden madre della vi- (52 VITA NUOVA XXIII 28-