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xxxvi introduzione


La Vita Nuova ha in principio la nota giustificativa del Boccaccio Merauiglierannosi molti per quello ecc., come nel Laur. XC sup. 136 e nel Chig. L, V, 176, e le divisioni nei margini. Ha una lacuna dalle parole de lo libro c’ha nome Libro di remedio d’Amore del § XXV 9 alle parole e d’amore e di fede del § XXVI 11, inclusive, per la perdita che il codice ha fatto di una carta tra la 47 e la 48. La distinzione dei paragrafi è segnata da uno spazio bianco lasciato per la lettera iniziale, che doveva esser miniata, e non fu: ma fuori del principio delle rime e del riprender della prosa quel segno è raro, e manca, ad es., al § II, III, IV, VI, VII, XI, XII, XVIII, XIX, e c’è invece a metà del XVIII [A]llora mi rispuose questa che mi parlava, dove logicamente non può stare.

La Vita Nuova ha correzioni d’altra mano, specialmente nelle poesie, e quali correzioni! III 11 chui esanza.... mi da, corretto chui sanza.... mi dona; VIII 9 tortoso, cancellato e sostituito in marg. con angoscioso; IX 12 disparue et io non so come, l’et è corretto in si che; XII 10, 11 e 15 nei versi ove ricorre la parola ballata, vien sostituita in marg. con canzona; 13 smaghato, in marg. cangiato; 14 al verso avanti che sdonney è sostituito in marg. Rammenti i suspir mei; XIII 8 maporta dolzore è cambiato in marg. acrescie uigore; e il fa del verso seguente in face; XV 6 fra peccato e fu (l. face) aggiunge hai lasso; e così a XXII 15 pur tra lascia e piangier; XXIII 20 non piacque il dicierollo auuoy, e fu mutato in io uo narrarlo...; la fine della stanza seguente è conciata meglio: mapparuer per sorte|Chemmi dicien costui corre ala morte; XXIV 8 per evitare quel poco poetico monna, il correttore offre due nuovi versi da sostituire: Io vidi prima uera ζ beatrice e vidi unalma Giouanna e beatrice; XXXV 5, il v. 4 del son. è ridotto così: Chi fo per dolor graue in molte fiate.

20. Bibl. Nazionale di Firenze, Panciatichiano 10

Cartaceo della seconda metà del sec. xvi, legato in assi e pelle, di cc. 42 num., delle quali le ultime sei sono bianche. Ebbe sin che fu dei Panciatichi la segnatura III-11, e poi nella Palatina l’indicazione Panc. 119. Sul verso della prima asse è apposto un ritaglio di pergamena con tre cerchietti, simili a quelli che s’incontrano sulle coperte degli zibaldoni di Vincenzo Borghini, in due dei quali cerchietti si hanno i ritratti in penna di Dante e Beatrice; e sì i ritratti sì i cerchietti fanno fede che il codice appartenne al Borghini (cfr. il ritratto di Dante con quello che è sulla coperta del codice II, x, 87 della Bibl. Nazionale di Firenze). La scrittura del codice non è del Priore degli Innocenti, ma pare bensì di uno dei suoi copisti.