Pagina:Vita nuova.djvu/343

VITA NUOVA XV 7-8 39 Questo sonetto si divide in due parti: ne la prima dico la 7 cagione per che non ini tengo di gire presso di questa donna 5 ne la seconda dico quello die mi diviene per andare presso di lei; e comincia questa parte quivi: e qumd'io vi son prefìtto.

5 Ed anche si divide questa seconda parte in cinque, secondo 8 cinque diverse narrazioni : che ne la prima dico quello che Amore, consigliato da la ragione, mi dice quando le sono presso; ne la seconda manifesto lo stato del cuore per esemplo del viso; ne la terza dico sì come onne sicurtade mi viene 10 meno; ne la quarta dico che pecca quelli che non mostra pietà di me, acciò che mi sarebbe alcuno conforto; ne l’ultima dico perchè altri doverebbe avere pietà, e ciò è j)er la pietosa vista che ne li occhi mi gingne; la quale vista pietosa è distrutta, cioè non pare altrui, per lo gabbare di questa donna, la quale 5. k Anche (om. 7 o ci). 14. k lo qual (T però la quale).

me l’autore afferma aver voluto dire 'XV 8), ma si manifesterebbe la ragione del gabbo. 11 To- descliiui credè necessario a deci- frare la lettera di questi Bei versi « porro almeno due punti al ter mine del primo terzetto; riunire in un perchè la particella per e che, le quali nel verso successivo si trovano disgiunte; e supporre fra l’uno e l’altro terzetto la olissi di una idea, ehe l'autore non voleva cbianuneute esprimere ». E pertanto ecco come in- t-» hc : « fa peccato ehi vedendomi non mi dà qualche conforto eoi dimostrarmi compassione; ma di ciò avete colpa voi, perchè il vostro gabbarmi estingue iu altrui quella pietà che nascerebbe dal tristissimo aspetto degli occhi miei». Ma c’è bisogno di pensare a una vivisezione di perchè, che nessun chirurgo ha mai osata (altro è il caso di perocché, acciocché, uè fra le due parti verrebbe mai a frapperai il soggetto o l’oggetto della proposizione!), per intendere il passo in questione? Pecca (dice il poeta) chi allora mi vede, se non conforta l’anima mia sbigottita col mostrare (basta questo!) che gli duole e sente pietà di me, pietà generata dal mio abietto smorto, dagli occhi bramosi di lacrime. Che questo e non altro sia il senso, è detto chiaramente nella divisione (XV 8); e contrario all’ intenzione del poeta apparo anche quel forte stacco che il Todeschini pone fra il primo c il secondo terzetto, se neU’nno l’autore vuol dire che altri dovrebbe avere pietà, e nell’ altro perché altri dovrebbe averla. L’idea che il gabbo di Beatrice uccide la pietà è accessoria così nel sonetto come nella divisione. Lo stesso pensiero e la stessa costruzione che in Dante è in Cino da Pistoia, 1 Se non si muor ’ : .... ò ].t p«na riritt tanto angosciosa, che pianger no ilovria ciuscun cho '1 mira, per lu pietA che pare allor oh’oi gira gli occhi, che mestran la morte entro uscomu.

40 VITA NUOVA XV 8 - XVI