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vita nuova xii 12-14 | 29 |
Amore è qui, che per vostra bieltate
lo face, come vol, vista cangiare:
dunque perchè li fece altra guardare
pensatel voi, da che non mutò ’l core».
Dille: «Madonna, lo suo core è stato
con sì fermata fede,
che ’n voi servir l’ha ’mpronto1 onne pensero:
tosto fu vostro, e mai non s’è smagato».
Sed ella non ti crede,
dì che domandi Amor, che sa lo vero:2
ed a la fine falle umil preghero,
lo perdonare se le fosse a noia,
che mi comandi per messo ch’eo moia,
e vedrassi ubidir3 ben servidore.
E dì a colui chi’è d’ogni pietà chiave,
avante che sdonnei,
che le saprà contar mia ragion bona:
«Per grazia de la mia nota soave
piano (disdice questo allo stile della ballata?), ma non meno bene; anzi viene ad acquistar più rilievo l’affermazione che Beatrice è adirata, fatto per il poeta molto notevole.
1. Amor è qui. Alcune edizioni hanno, per congettura del Fraticelli, Amor è quei: ma tale lezione non ha fondamento nei Mss.; e d’altra parte l’avvertire espressamente la presenza d’Amore torna a proposito, dopo che nella stanza precedente è detto che la ballata devo ritrovare Amore e andare con lui davanti a Madonna.
7. L’ha ’mpronto: cioè improntato, disposto, reso pronto: cfr. Bull. d. Soc. Dantesca, N. S., III, 136.
10. Che sa lo vero. Questa lezione corrisponde meglio alla narrazione in prosa: XII 7 e di ciò chiama testimonio colui che lo sa. L’altra, come frase più usuale (ad es., domanda se è vero, dì se è vero), potè esser facilmente sostituita dai copisti.
- ↑ k s lanpronto; e così anche x, perchè se C e Laur. XL 44 hanno lonpronta e A la pronta, e non è molto sicura la testimonianza di W che dà nel testo lãpronto e in marg. al. lo pronta, M legge ampronto, M2 ãpronto con la rasura, davanti all’a, di una lettera ch’era probabilmente l, p l’han pronto (manca la ballata in Barb e Rediano); b soltanto ha laprõto.
- ↑ α Sed egli e vero, e così anche w (P Mgl Co omettono sia questa sia la lezione corrispondente); M chenesaluero, A che ne sa el uero.
- ↑ M M2 P s bene ubidir seruidore; Pint Mgl Co (da mss. di b2) ubedire bon s.; C e Laur. XL 44 ubbidir ben s., W bene ubbidir s. e in marg. ubidire.... (foro nella carta) s.; A (da mc) uederassi obedire al s. Di fronte dunque alla lezione di α (ubidir ben) sta quella di β (bene ubidir); bon servidore, al servidore, ecc. sono mutamenti di tardi copisti.