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xxx introduzione

e da lui donate nel 1898 alla Biblioteca Laurenziana. La scrittura è della metà circa del sec. xiv. Contengono il testo della Vita Nuova dalle parole sconfortare e parlandomi cosi cessoe di XXIII 12-13 alle parole a che ora mi chiamaro le di XXIII 31; dalle parole .... dere le sue parole di XXV 6 alle parole posta e ella fue di XXIX 1: e dalle parole chi uede nel pensiero di XXXI 12 alle parole tauolecte e mentre io lo di XXXIV 1. Manca qualche parola anche nel testo di questi frammenti, quando per raffilatura o strappo delle carte, quando per causa di tarli, e quando per lo svanire dell’inchiostro. Vi si notano aggiunte e correzioni di qualche parola o lettera sia di mano del copista, sia di altra mano ma pure antica.

13. Bibl. Nazionale di Firenze, Magliabechiano VI, 30 (Mgl)

Cartaceo, del sec. xvi (1522), di cc. 66, legato in pergamena. Fu di Benedetto degli alessandri, come si legge a c. 1a. In fine della Vita Nuova (cc. 1a-64a): In edibus Camilli Aleutij fan’ die decima tertia 8bris. M. D. xxij. Segue a ciò:

(c. 64a) Illuss. viro Dño francisco Petrar. laureato Joannes Boccatius, certald. S. D. Italie iam certus....

(c. 65a) Mantua Vergilium qui talia carmina finxit | Sena dedit simonem digitis qui talia pinxit. Ista carmina sunt dñi franci. Petrar. et erant in opere suo Verg. ubi litteris aureis et pictis manu simonis de senis, sunt quedam parue immagines, ex preposito ibi apposite.

(ibid.) Magistri Andree Perusino D. f. P. La santa fama dola qual son priue.

Resposta. Se l’honorata fronde che perscrine.

(65b) Dante alleghieri. Sonar brachetti et cacciator nizzare.

(c. 66a) Vite deli in fra scritti auttori, cioè Dante, Petrarca e Boccaccio («Dante naque nel 1265, visse anni 56, mori nel 1321.... Petrarca mori d’un anno nanti al boccaccio»).

Il codice, copiato tutto quanto da una mano, regolarmente, ha nei margini della Vita Nuova, scritte contemporaneamente al testo, alcune varianti o correzioni, e qualche supplemento di parole omesse, col debito richiamo: è anche segnata con puntolini nel contesto qualche lacuna. Lacune e varianti dovevano già essere nell’originale donde il codice fu esemplato.

14. Bibl. Nazionale di Firenze, Magliabechiano VI, 143 (S)

Vien detto il codice Strozziano, perchè appartenne alla libreria del sen. Carlo di Tommaso Strozzi, ove ebbe il n° 259 degli in f°., e anteriormente anche un’altra segnatura, come dimostra un n° 24, scritto sotto il 259, di mano dello stesso Carlo, poi cancellato. È membranaceo, di circa la metà del secolo xiv. Consta di cc. 25;