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ODUZIONE o) ove o dovei K lia anche molti ilouc accanto a quasi altrettanti ouc\ M S due soli douc e To quattro.*Solo in XXII 3'cola douc, dato da tutti e quattro i testi, sarò da accettare eoi! sicurezza ; ma pel resto, dove M S To sono d’accordo, non ho scrupolo ad accogliere la oue, e j»er uniformità anche in II 9, sebbene qui M S To abbiano la douc e solo K la oue. Così accetto ouunque dato iu due luoghi da tutti i testi e in un terzo da KSM: in un quarto (XV 5) il </-, quantunque portato da K M To, è escluso dalla misura del verso.
Respingo anche il donde di S in II 10, perchè onde ha quivi il suffragio di K M To e in XXII 4 di tutti e quattro i codici, e in XL 7 la onde è lezione di K M To, e S è lacunoso.
d) sansa o senza 1 Costante in S la prima forma, e quasi costante anche in K M (0 nei pochi esempi che ofl’re, sempre sanga, To dappertutto senga). Si noti che anche i pochissimi casi di senta K e M non ce li presentano uei medesimi luoghi, tranne che in XII H senga lui; ma quattro versi avanti, nella stessa ballata, mentre K dà saiga company uia, M leggo sanza ; e quando M ha questa forma, non si può imputare al suo copista, perchè essa è prettamente fiorentina. Onde pare generalmente da accogliere.
e) oi od o ? - K M vi anima bellissima come e beato (XXIII 10); K S 0 venite a intender li sospiri miei oi cor gentili (XXXU 5 ; M or cor); K M rispondo oi anima pensosa (XXXVIII 10); M oi nobile intelletto oggi fa lanno che nel del salisti (XXXIV 11); K Lamaro lagrimar erte uoi faceste oi occhi miei (XXXVII G) : gli altri testi, naturalmente, o; e tutti in XXIII 13 o Beatrice benedetta sic tu (cfr. K° 65 oi alma aiutami lemmi ; Vat. 3793, n° cclxx oi dolente, n° ccr.xxx oi dolze amore.... bene mi spero, n" 829 oi amoroso e mio fedele amante). Oi è esclamazione usata a esprimere vari affetti, anche di maraviglia e di letizia ; e come è facile a essere sostituita dalla più comune espressione o, così sarà da mantenere tutte le volte cho qualche codice la conserva.
66. In qualche incertezza ci mette il sì pleonastico, j>erchò se è comune a tutti i testi in XXI 5, vien dato in alcuni altri casi soltanto chi K ; ma poiché questo codice è, di solito, jissai fedele nel riprodurre ciò che c’è di più primitivo nella prosa «Iella Vita Nuova, e più facile è nelle copie omettere che aggiunger parole, accolgo anche i pochi sì pleonastici offerti da K: e così a XII 9 quello offerto da S. In III 7 però interpreto, a differenza di alcuni editori, sine gisse come si ne gisse, se ne gisse (v. mini. 52; e cfr. XXXI 9 e XXXII 6 si n’è gita).
67. Anche il d eufonico ci mette in perplessità. La preposiziono ad davanti a vocale ha esempi in tutti i testi, e i più sono fortunata- meuto a un medesimo punto. Ma per la congiunzione e S M To preferiscono la nota tironiana C o la sigla et, le quali lasciano sì liberi di