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XXJCI KSMO To, XXXIV 9 diceua K To, XXXVII 6 faceuan lagrimar 8 M [in K To faeean maravigliar]), -c) Perfetto. K preferisce la finale -v.

. così per la 1 * come per la 3' persona King., e solo per la 1; persona duo volte senti (1) e uua sentij ; M S per la 1* udi9 senti, ecc. (M una volta partia e 8 pur ima volta udie), ma per la 3a aneli’essi udio, morto, partio (una volta 8 partie); To Ita solo per eccezioue la desinenza -o.

E potei acc. a poteo nella 1* hanno K S, ma M tutte e due le volte poteo; e nella 3' K M poteo, 8 è lacunoso, To potè. La desinenza -o, meno comune, non sarà da scartare neppure per la ln persona, ove qualche codice la conservi, quantunque sia certo che Danto usasse anche l’altra (Inf. XXIII 147 mi parti, in rima con udi pur di 1’ persona; cfr. Parodi, La rima, 128 e Caix 227). Il sentij di K (XXXV 3) e auche un udij di To (XXII 7) potrebbero consigliarci ad adottare per la ln persona la desinenza -ii anche negli altri luoghi dove i codici danno-/; ma quest’ultima desinenza è così generale nei nostri Mss. e nei codici dei sec. xm e xiv, che doveva veramente corrispondere alla più comune pronunzia: Danto nell’esempio ora citato dell’ Inf. fa rimare mi parti con seri gi. Nella 3a plur. è comune a K e a M la finale -aro, -ero (<cominciavo, andavo, trapassavo, manti aro eco. potevo)) S To hanno anche questi esiti, ma preferiscono per la 1* coniugazione -avono, e To ha ancho poterono, forme meno antiche e da imputarsi quindi ai copisti. In XXV 4 K To apparivano e S apparivon, ma V apparito di M, che sarà nato da un apparirò, ci rivela probabilmente la forma originaria anche di questo verbo. 8 ha anche feceno e ebbono (due volte), ma pei perfetti forti sono generalmente d’accordo tutti i testi pelle desinenze -ero. Per la 2* plur. qualche raro caso di desinenza in ~i ora in M ora in S: vedesti, chiamasti, piangesti, ecc., ma non c’è da farne caso. - d) Congiuntivo imperfetto. Grande irregolarità in K S M per la finale -e od -i nella la persona sing., ma prevale -e (in 0 sempre -e, in To sempre -t). Nella 3* plur. -ero, tranne che M ha una volta po- tessono, e S coprissovo, udissoro, fossono, desiderassono, uscissono.

Ma vale anche qui l’osservazione fatta per il perfetto. - e) Condizionale. K nella 3* pers. plurale conserva -evo ; ma S auche qui ha pure, e di preferenza, potvebbono, sarebbono, ucdrebbono, farebbono ; M potreboro, e scrcbbono, ssrebbone, uederebbono ; To mantiene generalmente -ero, ma ha tuttavia ucdrebbono e potvebbono.

5t). Indicativo. - Presente. D’accordo in uedemo, aucmo, uolemo, (1) Uni: volta in poesia, lo misentwucfjliar (XXIV 7); Valtra nella divisione che segue « ....dice come io ìaiscuti suelgliare », e può essere per effetto del senti del verso, ohe l’autore nvevn «ott*occhio mentre faceva la divisione.