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ZIONK cambiati, perché gli era familiare all’umbro anche davanti a consonante semplice* Possiam quindi esser sicuri elio le forme che Dante ha preferite son quelle della tradizione poetica: lo e li, con qualche il dovuto al suo uso native), e un de' iu poesia voluto dal metro.

50. Nome. - Spene M e Vat-2, speme K S To. Il comunissimo loda in prosa secondo tutti i testi (anche 0), c così due volte uesta. In poesia, a XIX 4 M Vat2 To sua laude, S sue laude, K sua lauda : prevale dunque la desinenza -0, che è anche in sé più primitiva. In XIX 13 M K To hanno loda, ma S e Vat2 laude, e sarà anche qui da preferire. S stile, ma K M To stilo, come in Purg. XXIV 62 e in Par. XXIV 61, e in Convivio 29° : in tutti pregherò, voluto dalla rima (Caix 205; in Vat. 3793, u° 280 e 635 anche marauilglio, per maraviglia). Un po’ d'incertezza nel genere di fine, termine o scopo: nelle espressioni alla fine, dalla fine i quattro Mss. sono d’accordo; ma mentre K M, e anche To, hanno nel fine del mio proponimento (XIV 4), nel fine, di questa quinta parie (XLI 7), S ha nella fine ; e mentre in XVIII 4 K To leggono la fine (del mio amore) e M S lo fine, in XVIII 3 hanno K S M lo fine (di cotale amore) e To il fine: Concordano perù tutti in questa canzone.... dopo lo suo (To il suo) fine (XXXI 2). E concordano pure in de lo eneida (anche 0) le due volte che ricorro nel $ XXV (in Purg. XXI 97 invece DellfEneida....

la qual mamma 1Fummi ecc.). Il solito la labbia o labi a (XXVI 7, XXXI 16, XXXVI 4) ha dato luogo in M a le labbia nei primi due casi, ma nel terzo si mantiene in tutti i testi. Accanto a lo saluto, più spesso la salute (in XI 4 le salute, secondo tutti i codici). Ilo preferito generalmente poete a poeti, perchè K dà quattro -1 contro cinque -e, M tre -i contro sei -e, S otto -4 contro una -e, e 0, nella parte che rimane, solo un -i contro cinque -e (To sempre -i) : è da credersi che i copisti abbiano or qua or là sostituito la forma più comune (Inf. IX 127 eresiarche, XIX 113 idolatre, ecc.; cfr. Parodi, La rima ecc. 121, Caix 206-7). S ha nel pi. qualche caso di finale -1 per femminili in -a, e più ancora M; ma si spiegano facilmente con l’uso toscano e umbro (Parodi, La rima ecc. 121), senza farli risalire a Dante.

PRONOME 51. Pronome personale. - Qualche caso di eo in poesia, ora secondo K, ora secondo S; e in prosa, un eo intesi secondo M, un eo nolea dicere secondo O, e anche (IX 5) un co so, nato forse dalla congiunzione e, in S V (gli altri : difesa . r so). Tranne l’ultimo, saranno, credo, tutti da conservare, perchè i copisti tendevano a sostituire le forme più usuali, ed co invece è frequente nei rimatori ORTOGRAFIA