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RODUZIONE miche 8 coucorda duo volte con M, e una volta To (K sempre reina) • * 11 37. NGrE NGI. - Prevalenti giugnea, giù ugnerebbe, giun<fne, giungiti, tanto che potremo Accettar giugnemi colla sola autorità di 8.
Tutto però piangere, piange, ecc., eccetto To che ha anche in prosa e in poesia piagnere, piagni, piagnea, piagnendo, ecc. In XI 2 tutti e quattro i testi pingea.
38. J o Gl? - La tendenza dell-umbro a mantenere Tj. sia iniziale, sia mediano, ci fa diffidare di M, che solo ha iouane, tura da
- giurare ’, tace, indicare. Jonanni, Jouanna; ma anche 8 ha con M
tacere e f«mi, c da solo (XV 4) ùria. Credo che in Toscana./ fosse generalmente una gialla etimologica con valore di 5/1, tanto che nella Cronica fior, si trova fin iustnm (p. 255) ridotto a givstum; e sarà quindi d’ordinario da preferire la scrizione 0». Non si può però escludere che in certe voci, che possono essere veri e propri latinismi, \'j non conservi il suo valore effettivo. Io ho mantenuto soltanto Jesu (nonostante che K dia gieso); ma non debbo tralasciare d’avvertir qui che dove K To hanno giudicio, congiunta, gius ti ti a, 8 M hanno iu- ditio o iudicio, coniunta, iustitia (institia anche O), e che se K ha due volte Geremia, e M a VII 7 Geremia e a XXX 1 Ver ernia, S To danno sempre Y&re*iia.
39. T. - Gli esiti dei nomi in -afe, -ufc si conservano iu poesia, tranne eccezioni, non volute dalla lima, in M e in 8 (M tre volte Anche fiade, cedendo al suo dialetto). In prosa invece sono costanti (tranne eccezioni in 8 M) gli esiti -ade, -ude. In K 8 M si nota la tendenza a preferire le fonile piene alle tronche, se non esiga diversa- mente la misura del verso; pure a*«ai tronche anche in prosa, special- mente per voci nsuali come pietà, umiltà, ecc. Quando all’esito -ade segua la preposizione di, K e, in assai minor misurai, 8 tendono alle forme tronche, ma M è assai costante in mantenere le piene. Accetto da K iu XIII 8 potestate, nonostante l’accordo di M 8 To iu podestate; ma iu XII 13 però conservo seruidorc, che mi ò dato da tutti i testi ed è comunissimo nella tradizione poetica. In XXV 7 parlatori è dato da K To; 8 M 0 hanno parladori.
40. TR. - Non mantengo patre e matre dato da M per la spiccata tendenza del dialetto umbro a quelle forme ; ma ni può accettare nutrimento da 8 To M, contro il mulrimento di K.
41. P. - In poesia savore e saueste (To solo sapeste): in prosa, tutte e duo le volte che occorre, sapere. Tutti, in poesia, courian (anche secondo O), e discourir ; e anche in prosa, nonostante un po’ d1 incertezza (IV 2 K ricovrire, 8 To M ricoprire; IX 13 K M disco- uri re, 8 To scovrire; XXIII 8 K To M courisserò, S coprissoro), il v sembra, per questo verbo, da preferire. In poesia soura (e così sempre