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CCLX.VJ INTROHUZIOKK In XXITI 24 K M To augelli, e anche 8, avendo angeli, fa supporre nel ano originale la forma dei primi tre. Pur in tutti è alare (XV* 9).
14. Finali. - confra si mantiene generalmente: XII 17 sontra me (To contro admc); XIV 12 K chon tramine, M conlrame, 8 catrame, To contra me; XV 2 K 8 M contra lui (To contro attui); XXV ti K M To contra coloro (8 contro acoloro), XXXVIII 6 tutti anitra quella; XXXIX 1 K 8 M contra questo (To contro adquesto); XXXIX 2 tutti contra la costanza, meno M che ha sansa. Non poca incertezza tra fora, fori, fore.
In Vili 5 e XXXIV 9 fore è sicuro per la rima, e coni fora in XXIII 22 ; in XIV 12 K M T danno fore in rima con aliare, e soltanto 8 fora in rima con allora : aliare, essendo della tradizione poetica (Kc 55 aliare: tremore, 68 fattore: amore; Vat. 3793, n' 254 alare: core) e più lontano dall’uso comune, è da preferirsi, e quindi anche foro.
In prosa abbiamo a XI 2 K fari, M fore, To fuori (in 8 manca la voce); a XLI 5 K To fuori, 8 M fore, a XXXV 1 K de fore, 8 di foie, M To difuori. In XXIV 7 K S To da lungi, M da lunga. M ha una volta quitte (cfr. Parad. XIV, 26), ma ordinariamente tutti quivi, ed è voce che ricorro molto di frequente. Si può invece accettare in XII 10 donante (: caute) sull’autorità di K M, anche ne 8 ha davanti (: canti); To aveva scritto prima dauantc, ma corresHe Po in t. po- neudo poi appresso canti. Anche in XII 14 To 8 danno avanti, ma K M aitante. 8 preferisco ogni a ogne, omne, amie (quindici contro cinque), M invece la desinenza -e (diciassette contro sette), K mantiene l’equilibrio tra l’ima e l’altra desinenza, To sempre ogni, 0 ogne, omne e ornai: Poscillaziono risalo secondo ogni probabilità sino all’originale. Non ò da toner conto di M per parcame (HI 3, XXVII 1) e per farue (XIX 9), quando gli altri hanno pareami e farui. 81 ha bone: II 9 K 8 M segnoreggiare me (To signoreggiarmi), XII 1 K S M partito me (To partitomi), XX 1 8 M pregare me (K To pregarmi), XXXVIII2 K Sconsolar me, M consolare mo (Toconsolarmi), XXXVIII3 8 M retrarre te (K non ti ittioli tu rifraiTe, To non vuoi tu ritrarti) ; senonchò qui è dubbio se il pronome sia veramente enclitico, o non stia piuttosto a sò, come in posizione enfatica: cfr. nella stessa Vita Nuova : XXX 2 volesse me riprendere, XXVI 1 coreano per vedere lei, XXXVII 2 che non mira voi, e nel Convivio: I 2 del non sapere bene sè menare, I 10 mossimi pi'ima per magnificare lui, II 12 quelli vlie intendano to bene, III 8 è più laudabile l'uomo che drizza se e reggo sè nialnattirato contro all* impeto della natura, III 12 la cagione che mosse me a questa canzone, ecc. Certo, non si può escludere che Dante intendesse scrivere e leggere, tutto intero, segnoreggidreme, retrdr- rcte ecc. (cfr. unni. 45), o, pur scrivendo a questo modo, leggesse segnoreggiarme, retrarte ecc.; ma nell’incertezza manteniamo la grafia che prevale nei codici.