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Ortografia CCLXIII

in poesia, respecto, destructo (acc. a distructo), reguarda (ma riguardo), reguardin, retroua, reman (ma anche riman), remasi, rescriua, securtate (in prosa sicurtade, sicurta, secondo tutti); e in prosa, reuerençia, remedio, defectiuamente. Consimili casi offre 8 : destrutto acc. a distrutto (ma non nel medesimo luogo di K), reman acc. a rimati, in poesia, e disdegnoso, rcprcnsione, fenestra in prosa; e audio in To troviamo reiterano v remedio: sempre restare, restate restaste secondo K S M, ri- secondo To, Merita speciale considerazione il pronome me, proclitico: II 7 me conuenia M S, IX 1 ttw comistme K M 8, XIX 16 aie pnre K (a wie jwir* 8), XXI II 1 me connenia K, XXIV 2 me parca K 8, ibid. cheme non parea K, olismo non pareo M (che inm e non parca 8), 10 me parca K M 8. XXVII 2 me parea 8. Il trovarsi me così unito nei diversi codici soltanto con convenia e pareo (M lui tinche me sta XXVII 3, ma a lui è da far poco caso) gli aggiungo eredito, parendo dintcilo che tale restrizione provenga dai copisti (cfr. Vat2, nella canz. ‘ Donne che avete ’, XIX 8, quanto me piace) e gli accrescono autorità anche certe altre formule consimili come: XII 16 chellei sapertiene K, ehollci si per- tiene 8; XVIII 6 rispondendo lei M S (cfr. Kc 25 chellei parea % 27 partir tei contiene: cfr. Caix 118-120 e 211-2, e Parodi,.// Tristano ricc.l0 ci.xvii). E Tubo letterario (cfr. Cai?: 58-61) consiglia d’accettare nulla fedo di K anche me conforto XXXI 14, e me ricorda tanto in XXXI 4 quanto in XXXI 8 (veramente K lo conserva soltanto nel primo caso, cioè nella divisione, ma appunto perchè ivi cade in una citazione mozza, meno facile era al copista scostarsi dall’originale), e così de ben XIX 11, do pietà (XXII 9), XXXV 1 de fore (Rett2 3d de natura, 4‘ de bestie 7 de fiere). Preferisco anche, perchè più letterario, meschino dato da K To, invece ili mischino. Quanto a segnare signore, K 8 M danno ambedue le forme in proporzione quasi uguale, così per signorìa signoreggiare (To sempre si-); nè so indurmi a metter costauza dove l'uso era generalmente tanto incerto: lo stesso Petrarca ha nella parte autografa del Canzoniere segnare e segnoria acc. a si-. Anche segnare era d’uso comune, ed è costante nei Capitoli di 8. Grillo e quasi costante nelle Rubriche dell’ Uflìcio dei Priori. Incerti sono K .S per desiderio (M sempre desiderio, To disi derio) ; al pi. K 8 M desidèri e To di si dé ri : tutti d’accordo in di- sidero e nei poetici disiata, disiri (anche 0). disira e, meno M, in disirc, disio, disia; disiderassero, disiderando in K To. Sicuro può dirsi diterminata (K S To, e cfr. Convivio 15b diterminato, 35* diterminare, 40’ diterminatc) e diffinita indiffinita (anche nel latino medievale diffinio e non dcjinio, Rajna, De v. EU, p. elxxviii) : designandole in XXXI 7 non ha altro fondamento che K (designandole M S, disegnandole To). Tutti solauate e maladecti. K To raguardandolo