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305 (1), come quelli che meglio rappresentano In tradizione poetica corrente al tempo di Dante; e allato a questi testi di poesia, per avere testiinouiauze sicure sull'uso prosastico della fine del sec. xiii, i Capitoli della Compagnia di S. Gilio del 1284 c. (cori. Palat. 1172 della Nazionale di Firenze), gli Statuti della Compagnia di 8. Maria del Carmine del 1280, con aggiunte sino al 1298 (cod. Magi. VIII 1493), le Rubriche tuli' Ufficio dei Priori dei 1319 (Archivio di Stato fiorentino, Ordinamenti di Giustizia «od. II), e la Cronica fiorentina della 2* metà del sec. xm attribuita a Brunetto Latini (2). Altri testi e scritture varie sì di prosa e sì di poesia, riscontrate qua e là per speciali bisogni, indicherò a piè di pagina (3). E passo a render conto ordinato del mio esame.

(1) Seguo In pubblicazione fattane nel Propugnatore da M. Molteni od E. Monaci, o l’indico con la sigla Kc.

(2) Pubbl. da P. Villari nel 2° volume dei Primi due secoli della storia di Firenze, Firenze, Sansoni, 1893-4.

(3) Per 1* UBO poetico ho tenuto presento anche II Canzoniere Laurenziano Mediano 9 pubblio, por cura di T. Casini, Bologna, Romagnoli, 1900; la 1n parte dello Rime antiche italiane secondo la lezione del cod. Vaticano 3214 e del cod. Casanatense d. v. 5, pubbl. per cura di M. Pclaez, Bologna, Ro- magnoli-DalTAcqua, 1895, perchè il cod. Vaticano, sebbene scritto nel seo. xvi, par copia fedele di un manoscritto assai antico; Il Canzoniere Vaticano Barberino lat. 3953 (già Barb. XLV 47) pubbl. per cura di G. Lega.

Bologna, Romagnoli-Doli'Acqua, 1905; le Rime di Fra Ouittone d’Aresso a cura di F. Pellegrini, Bologna, Romagnoli-Dati’ Acqua, 1901. Assai conto ho fatto anche del Fiore, ohe il Mazzoni ha dimostrato intere appartenere a Dante, tauto più cho, dato la scarsa diffusione di esso, è probabile che il Ms. cho ce lo conserva poco si allontuui dall’autografo. Accanto al Te- soretto di Brunetto Latini, pel (piale ho approfittato dello studio promesso dal Wieso alla sua edizione (ZeiUehrift fUr rom. Philoì., VII), ho ricercato con fiducia anche i codici piii antichi della Itettorica del medesimo autore, che si hanno nella Nazionale di Firenze, li iv 124 (Rett1) o II rv 127 (RettT). Gli altri testi chi mo consultati sono: i Frammenti di un libro di banchieri fiorentini scritti iu rolgare nel 1211, nel Giorn. stor. d. leti. ital., X, 161 e ss. ; / Documenti d’Amore di Francesco da Barberino, nella vecchia edizione doli* Ubai din i e in quella della Società tilologica Romana in corso di stampa ; Il Canzoniere di Francesco Petrarca riprodotto letteralmente dal Cod. Vat. Iaiì. 3195 a cura di E. Modigliani, Roma, presso la Società Filologica Romana, 1904; Il Tesoro rersificato, ossia gli estratti pubblicatine dal D’Ancona nelle Memorie dclVAocad. dei Lincei, s. IV, voi. IV, p. I, Roma 1889; VIntelligenza, nell* ediziono di P. Gollrich (Die Intelligenza, ein altital. Gedicht, Breslan 1888); lo Statuto dclV Arte di Calimala, noi 3° voi.

della Storia dei Comuni di P. Emiliani-Giudici, Firenze 1864-06; lo Lettere di Fra Guittone dfArezzo, Roma 1745; la traduzione della Consolazùnie di Itoezio l’atta da Alberto della Piacentina (cito il codice l^aur. XC s. 125);