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ciali che ini hanno indotto, nei casi eli disparità fra a e P, a preferire l’una all1 altra tradizione, sono esposte nelle, note a piè di pAginu.

In esse ho tenuto conto anche delle discussioni fatte dai precedenti editori, accettando e rafforzando gli argomenti validi, ribattendo le argomentazioni poco solide e diritte : dove però i resultati delle mie ricerche mutino le basi del ragionamento o rendano vana ogni discussione, ho proceduto oltre, fidando che la classificazione dei testi e i criteri qui esposti bastino a render ragione della scelta fatta. Il testo viene ad essere integrato dall’apparato critico; ove, nei casi di discordia fra M P, è registrata la variante che è parsa meno attendibile ; se le due lezioni sembrino d’ ugual valore, quella di P ; so ragioui speciali consiglino di abbandonare la lezione delle due tradizioni oppure quella comune a una di esse e a un gruppo del- l’altra, la lezione abbandonata. Vi si registrano anche varianti di singoli gruppi, quando, data la loro uatura, non sia possibile escludere con sicurezza che risalgano all’autore, quantunque paia assai poco probabile. Soltanto dove la lezione dei capostipiti non risulti sicura dal confronto dei codici derivati, si porgono gli elementi necessari a ricostruirla criticamente. Notare sistematicamente tutte le varianti dei singoli gruppi (per la maggior parte omissioni ed errori manifesti) mi è sembrato inutile, anzi dannoso : chi vuol verificare se io abbia ricostruito esattamente, nei casi non dubbi, la lezione di a e di P, basta tenga presente le tav. 1, 81, 37, 38 da una parte e le tav. 43 e 60 dall’altra, senza ch’io riporti di nuovo tutte quelle varianti a piò del testo : dove è bene che si trovi soltanto ciò che conserva, accanto alla lezione prescelta, qualche diritto ad esser tenuto in conto, o rende ragione, nei casi di bisogno, della scelta fatta.

Una questione spinosa è quella dell’ ortografia : dico 4 ortografia ’ in senso largo, in quanto compreude la determinazione dei suoni e delle forme in se stesse, e non il modo di rappresentarle secondo le abitudini grafiche dell’autore o del tempo. Un’edizione critica può proporsi anche quest’ ultimo fine, specialmente se si tratti di nn’ opera scritta in una lingua morta e d’ uso tutto letterario, e quindi abbastanza fisso; ma colle opere composte iu lingue viventi o semine nihilo e la fretta, e ohi sa per quanti altri motivi mal determinabili. È parso doverci porre un po’ d'ordine: posto pure ohe Dante non abhia seguito in ciò una norma rigida, è certo che ordinariamente la citazione non s’estende a tutto il verso (un'eccezione sicura s’ ho in Ili 14 pel sonetto di Guido Cavalcanti Vedesti al mio partro onne valore, non riferito per esteso nella Vita Nuova)ì ma si limita alle prime due o tre parole che costituiscono nella pronunzia corno mi primo gruppo di suoni distinto.

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