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manoscritti xxiii


Manca tutto il § XXI per salto di copia, non per perdita di carte; al copista avvenne anche di lasciare in bianco il retto della c. 39, onde pose questa avvertenza: «Nota che questa faccia si lascio per errore cbe Jo scrittore non men auidi, ma quello che cidoueua seghuitare epposto nellaltra faccia di questa carta. et dipoi seghuendo bene come debbe». Il copista è fiorentino, ma chi fosse non ci è dato determinare: un A. B., che troviamo in fine dopo il benedittus e prima dell’explicit, sembra indicare il nome di un possessore, perchè è di mano più tarda e, pare, del Cinquecento.

4. Biblioteca dei Lincei 44, E, 34
già Corsiniano 1085 (Co)

Cartaceo della prima metà del sec. xvi, di carte num. II-81 (ma sono veramente 80, essendo stato saltato nella numerazione il 21), bianche la I e le ultime tre; legato in tutta pergamena. Fu di D°. Lanfredini, come è scritto nel secondo foglio di guardia.

Contiene la sola Vita nova di Dante Allighieri da firenze. Il testo procede regolarmente, con in margine qualche supplemento e qualche variante, ed anche rimandi al Petrarca e al Boccaccio, di mano del copista. In fine (c. 77a): Laus Deo opt. max°. Vi si nota nei margini anche qualche avvertimento di scrittura del sec. xix: c. 18a (al v. Di chella endomandi Amore xii 13, essendo omesso che sa lo uero, o sed egli è vero), qui il mss. è sbagliato; c. 38a (dove il testo ha a donna invece di adopera xxi 8), forse adona. Nel verso della c. 78 è l’indice dei capoversi delle poesie contenute nella Vita Nuova di mano dell’amanuense, sebbene qui, come nelle prime sei carte, s’industri d’imitare il carattere aldino, e poi tiri via più naturale.

Capoversi nel testo non mancano, ma non sono così frequenti come in altri Mss. e nelle moderne edizioni: c’è al § III, (non è ben chiaro se anche al VI, VII e IX), ai §§ XIII-XV, XVII, XVIII, XX, XXII-XXVII, XXVIII (tanto per la rubrica come pel seguito), alla divisione del XXXI, e, naturalmente, al § XXXII e ai seguenti sino alla fine.

5. Codice Martelli (M)

Molto noto è il codice Martelli: membranaceo, miscellaneo, della prima metà del sec. xiv, di cc. 52, a doppia colonna. Fu posseduto nel sec. xvi da Paolo Cini, il cui nome appare nella più antica delle guardie anteriori, e quindi da mons. Francesco Nori, che fu consolo dell’Accademia Fiorentina l’a. 1596, canonico fiorentino dal 1603 e vescovo di S. Miniato al Tedesco negli anni 1624-31. Dalla sorella del Nori lo comprò il canonico Vincenzo di Giovanni di Francesco Martelli (1590-1648), come risulta da una nota che questi lasciò nella