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xxii | introduzione |
il Rostagno (La vita di Dante, testo del così detto Compendio attribuito a Giov. Boccaccio, Bologna, Zanichelli, 1899, vol. II-III della Bibl. stor.-crit. della letter. dantesca, diretta da G. L. Passerini e P. Papa), sebbene ammetta che il codice «appartenga indubbiamente all’ultimo quarto del sec. xiv» e che «paleograficamente abbia strettissima affinità con sicuri autografi boccacceschi (p. xxxi). Anche l’Hecker (Boccaccio-Funde, Braunschweig, Westermann, 1902, p. 16-17), afferma che «ad onta della rassomiglianza con la scrittura boccaccesca, avvertita dal Rostagno, l’autenticità del Chigiano deve rimaner sempre dubbiosa»; o almeno non gli «sembra ancora irrefutabilmente dimostrata». Torneremo sulla questione più oltre, quando anche il raffronto fra questo e gli altri testi della Vita Nuova ci potrà dar lume per risolverla, se è possibile, in modo più sicuro.
Oltre le più tarde postille illustrative del Corbinelli e del Chigi, si notano, nei vari testi, supplementi, correzioni e varianti; alcune delle quali sono certamente di mano del copista, come a c. 15a molto e a c. 23b humilemente donesta uestuta, aggiunto, forse più tardi, con inchiostro più nero (cfr. a c. 34b e 37b, e a c. 6a e 9a); altre di due diverse mani quattrocentistiche, come fa a c. 18b (cfr. a c. 37a) e al’ tu se morto a c. 22a; e altre infine di una mano più incerta, e d’inchiostro più nero, a c. 15a (uerso lo rifatto su uer lo) e a c. 25b (sa aggiunto su glorio).
3. | Vaticano Capponiano 262 (C) |
Il volume si compone di due codici originariamente distinti, di carta e mano diverse, riuniti con la stessa legatura in tutta pergamena; dopo di che fu data una numerazione unica alle carte (62 num. e due bianche). Il primo codice (cc. 1-30), del sec. xv, contiene la Consolazione filosofica di Boezio volgarizzata da Alberto della Piagentina, e la lauda di Feo Belcari per Santa Caterina da Siena, Venga ciascun devoto; il secondo (cc. 31-64), pur del sec. xv, contiene la Vita Nuova, con l’intitolazione (c. 31a) Qui Incomincia lauita nuoua del mangnifico poeta dante aldighieri fiorentino, e con l’explicit (c. 61a) Qui finiscie lauita nuoua delpoeta dante fiorentino deo grazias. Sulla c. 62a una mano diversa, cinquecentistica, ha trascritti alcuni versi della canz. Amor che nella mente.
La Vita Nuova ha le divisioni nel testo e senza alterazioni, e i versi scritti di seguito a mo’ di prosa. Da principio non si fa, ordinariamente, capoverso se non per le poesie, che han per di più anche l’iniziale miniata, e la divisione stessa è distinta dalla fine dei versi con una sola lineetta obliqua (al contrario troviamo il capoverso nel § XII dopo ciascuna delle due citazioni latine!); ma in seguito si distingue con capoverso anche la narrazione e, quando non è indivisibile da questa, pur la divisione.