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clxxiv introduzione
XXIII 15 il falso: Panc. 9, Laur. XC 8. 136
XXVIII 2 non e il mio intendimento: b2, Laur. XC 8. 136, [To]
non e mio intendimento: b1, b3


Ecco dunque: b1 e b2 hanno a comune le varianti secondarie sospiri, intollerabili, non e mio intendimento; b2, o almeno Panc. 9, che è lo stesso, e Laur. XC s. 136 concordano invece in errori grossolani come la sua mente e parte della prima, nella lezione falso, che è forse correzione congetturale di malvagio data da To (invece di fallace), e nell'omissione di le dopo rispondendo 1: si hanno quindi due gruppi così disposti:

b*
*
*
b1 b3 b2 Laur. XC s. 136

Impossibile è determinare se Ricc. 1054 sia da ricongiungersi con b*, o direttamente con To, poiché nei primi sette paragrafi a cui quel codice frammentario si estende, non si hanno varianti che diano lume. Ci è dato invece di provare che le divisioni aggiunte nei margini del codice di Ithaca derivano da To, non per mezzo di b*, ma direttamente:


(Tav. 36)

To Ith2 b*
XIV 14 si scriuono trouano2
XVI 11 onde dico e dico
XX 7 in esser3 insieme
XXVI 14 che uirtuosamente operaua le quali operaua

Resta a determinare se K2 possa esser di mano del Boccaccio. Abbiamo visto (p. XXI e seg.) le incertezze dei critici, causate più che da argomenti paleografici, da ragioni o convinzioni varie. Ma son convinzioni e ragioni che non hanno un vero valore negativo.

  1. In II 7 s’accordano nel legger disposta b2, Laur. XC s. 136 e anche b1, ma in quest’ultimo codice il mutamento di fu si tosto allui disposata in fu si tosto allui disposta, come ovvio, potè essere indipendente: anche in K, ad es., troviamo mutato, al § XIV 3, disposata in disposta, nonostante che qui il senso contrasti a tale mutamento. Può anch'essere che disposata sia in b3 una correzione del suo trascrittore (non è impossibile, come vedremo, che fosse lo stesso Boccaccio), e che disposta risalga a b*. Le altre varianti su cui fondiamo raggruppamento di b1 con b3 o di b2 con Laur. XC s. 136 sono ben più sicure.
  2. Cfr. p. CLXX, n. 1.
  3. Ith2 veramente: in esesser.