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clx introduzione

e volendo rimediarvi coll’espungere le parole fuori di luogo, per riprendere poi regolarmente la copia del testo, espunge soltanto latina tra noi dico e poi seguitò a scriver volgare anzi erano ecc., tralasciando di espungere, come doveva, anche certi poeti. Il copista di Oxf trascurò, naturalmente, quel che era espunto, e ne trasse la lezione dicitori damore cierti poeti inlingua uolgare, che non dà senso, e della quale mal si saprebbe spiegare l’origine, se non si avesse davanti l'imbroglio fatto da Mc.

Anche il § XXXVIII 3 offre un altro caso notevole. Oxf legge asse mostrata dove Mc reca cise mostrata; se non che il c è congiunto in tal modo coll’i da sembrare nell’insieme un a, e così dovè parere all’amanuense di Oxf. Nè è da trascurare un’ultima prova in XLI 7, là dove Oxf legge spesso el mio nome nel pensiero mio. La lezione di Mc era originalmente, per uno scambio dei possessivi, spesso elmio nome nel suo pensiero, invece di spesso el suo nome nel mio pensiero. Lo stesso amanuense espunse il suo e sostituì in margine mio e altra mano, sembra, compì la correzione espungendo mio e sovrapponendo su; e s'ebbe il passo così ridotto:

    su
spesso elmio nome nel suo pensieroEt |    mio

Se il su è, come pare, di 2a mano e posteriore alla copiatura di Oxf, la prova a favore della derivazione di questo codice da Mc è evidente (anche la posposizione di mio dopo pensiero doveva avvenire più facilmente con quella disposizione di parole); ma data anche la presistenza della correzione su, Oxf può ben essersi imbrogliato in qualche cosa a trascriver quell’imbroglio: e comunque siano da spiegare i particolari, la derivazione della lezione di Oxf da quella di Mc rimane nel complesso probabilissima.

Resta a chiedersi se Oxf sia copia diretta di Mc, oppure se sia necessario supporre qualche anello intermedio; giacché i fatti sin qui esaminati ci attestano solamente che chi copiò da Mc introdusse nel testo le lezioni che troviamo in Oxf, ma non che sia appunto Oxf la sua copia. Non potrebbe esser copia di copia? E in questa supposizione ci confermerebbe l’osservare che Oxf ha svarioni dove pure Mc ha lezione chiarissima (I in pacie - corr. 1a m. in marg. -, in luogo di incipit; III 11 allor subitamente corr. 1a in. in marg. amor -, in luogo di amor subitamente) V 4 acciertar di quella - corr. 1a in. in marg. adtractar-, dove Mc ha atractar; XXI 4 tener amante - corr. 2a m. sovrapponendo e alla 2a invece di tenere amente, richiesto anche dalla rima). Ma taluno di questi casi, e l’esempio di II 8 dove invece di cercassi il copista aveva trascorso a scriver chiedessi (del che accortosi subito, cancellò e seguitò colla lezione vera), o le tante varianti proprie di Oxf registrate nella tav. 23 e nella nota ad essa apposta, ci