Pagina:Vita nuova.djvu/117


edizioni cxvii

del Beck e del Passerini, per correggere il testo chigiano dove anche altre ragioni a ciò fare consigliano. Solo in XXXVII 6 mostra il Melodia il desiderio di accettar lagrimar in luogo di maravigliar, ma non osa far la sostituzione dell’una all’altra voce nel testo. E muta poi senza ragione lasso in lassi in XXXII 5, scostandosi da tutte le tradizioni manoscritte. Per la divisione in paragrafi segue il Casini. Il commento è ampio e per quanto attiene, non alla lingua, ma ai concetti, ricco di raffronti; onde può esser utile per questioni di lezione che involgano questioni di senso.


L’esame che abbiamo fatto delle edizioni, ci ha portato a quest’utile resultato, che, eccetto la Giuntina e la Pesarese, tutte le altre edizioni non possono avere l’autorità di testi, conoscendo noi i manoscritti onde esse derivarono: potranno al più, in casi speciali, servirci per l’interpretazione critica di essi. Dell’edizione Giuntina, ossia del 1° libro di essa, non è più possibile determinare precisamente il testo fondamentale e quelli di riscontro, ond’è come una testimonianza anonima, che può esser eco di altre testimonianze rimasteci; e se anche in parte è nuova, rimane sempre incerta, non potendosi determinare qual’è la sua fonte nè se fu esattamente riferita: vedremo se ci sia lecito indurre qualcosa di più preciso quando conosceremo meglio le varie tradizioni. L’edizione di Pesaro invece ci è data come una quasi letterale riproduzione di un Ms. ora smarrito; e dobbiamo quindi accettarla fra i testi: solo però il riscontro di qualche codice affine potrà darci la sicurezza, che ora ci manca, della sua fedeltà di fronte all’originale.