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materiale (e fu chi ha più efficacemente propugnato e insegnato il buon metodo in questo genere di studi, il prof. Rajna) non potè neppure avvertire che anche le stampe — meno una, quella di Pesaro — derivano fondamentalmente dalla stessa tradizione dei cinque manoscritti. Era una voce sola, e parvero molte; e in mezzo allo strepito artificioso si perse non solo quella di Pesaro, che per frequenti e sensibili stonature pareva degna di poca attenzione, ma anche l’altra ben più grave e autorevole di Magl. VI 143. Peggio ancora avvenne, sia per la determmazione delle affinità fra i Mss., sia per la critica del testo, quando di questi due codici si era trascurato di notar la variante, o si lasciava credere che avessero la lezione degli altri cinque 1. Chi fece le collazioni, o per sbadataggine o per la persuasione che in VII 3 dolore fosse la vera lezione e fosse quindi superfluo notar varianti, non fece resultare che Magl. VI 143 legge tormento. Così porta anche la stampa di Pesaro (e dietro ad essa Tor., Frat.). Il Rajna invece dal silenzio dello spoglio dovè arguire che tutti i suoi sei Mss. fossero concordi contro Pes., onde accettò francamente dolore: «Ripongo col G[iuliani] dolore, che trovo in tutti i nostri codd. là dove P. T. Fr. leggono tormento». Sarebbe stato disposto ad accettare questa gentilissima salute salutava in XI 3; ma nei suoi spogli vedeva esser lezione soltanto di a e f, mentre è di tutti i codici (e anche di Bisc., Ed. Mil., Pes.), e mantenne il conciero di Serm. q. g. donna salutava. È costretto in XIII 8 ad accettare da Giul. (sul cui testo doverono essere, se non fatti, riportati gli spogli dei Mss. e delle stampe) forte, non resultandogli che folle è invece la lezione di tutti gli altri testi a penna e a stampa. Vorrebbe leggere (XIV 8) con Magl. VI 143 e con Pes. io tenni, ma se ne ritrae spaventato dal numero delle testimonianze in favore di io ho tenuti, mentre esse in realtà valgono solamente per una. Legge in XVIII 8 vergognando, ed annota: «vergognandomi: c d e; Fr.; vergognoso: a b; P. T. V. Noi ci siamo attenuti al cod. f.» Ma, in realtà, nè f ha vergognando nè c d e vergognandomi, e tutti leggono invece vergognoso. Chi fece lo spoglio di c d e avrà creduto inutile, se il testo di riscontro aveva
- ↑ Che gli spogli, «eseguiti dal buon Calvi impiegato alla Nazionale di Firenze, e dovuti adoperare senza nemmeno aver visto la coperta dei volumi», lasciassero a desiderar parecchio, avvertì più tardi il Rajna stesso nel Giornale stor. d. lett. ital. VI, 115.
— XV 7, ora anche da avvertire che e reca non mattendo dandare. — XVII 1, d pure legge come gli altri quattro codici. — XVIII 5, anche d f leggono parue udire, e così S B, e non già parea udire, com’è segnato. — XVIII 7, mi dicessi è pur lezione di S B. — S’avverta anche che non è tenuto conto delle diversità di lezione tra le varie edizioni del Frat. e del Giul.