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x prefazione

d’un altro, e anche più minuto, riscontro, fatto dal compianto amico O. Zenatti. Di parziali riscontri (chi ha pratica di questi lavori sa quanti dubbi sorgano ad ogni momento, anche ad aver fatto le cose con diligenza) vado debitore a E. Broll, T. Casini, G. Coggiola, G. Cugnoni, A. della Torre, F. Flamini, A. Mancini, S. Morpurgo, E. Moore, E. Motta, F. Pintor, E. Rostagno, L. Simeoni, D. Antonio Spagnolo, G. Vandelli; e molto debbo, per dubbi e questioni d’altro genere al consiglio di I. Del Lungo, A. Mussafia, E. G. Parodi, P. Rajna. Mentre ero prossimo a licenziare gli ultimi fogli dell’Introduzione e il testo della Vita Nuova, tornava alla luce il codice di Pesaro, del quale s’erano perdute le tracce dopo la riproduzione letterale che ne fu fatta nel 1829: si deve alla gentilezza del prof. Lino Sighinolfi, che lo ritrovò fra le carte del letterato centese Gaetano Maiocchi e si compiacque collazionarlo colla stampa di Pesaro, e alla liberalità del possessore comm. Antonio Maiocchi, sindaco di Cento, se ho potuto giovarmi anche di quel codice a render più compiuta la mia introduzione e più esatto e sicuro l’apparato critico.