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che non sapeva far nulla, gli profferse cinque baiocchi al giorno. Di che ’l giovanetto si tenne per contentissimo; ed essendo molto ingegnoso, apparò ben presto a fare tutte sorti di cornici a chiaroscuro; per che ’l Basoli, in capo a un mese, gli crebbe la mercede di altri dieci baiocchi. Ora io non credo ch’uom stesse mai a sì grandi disagi, come questo buon giovane; pur era lieto di quella sua vita tanto povera e faticosa. Sappiamo che passava le giornate intere appresso del suo maestro; ma qual fosse il suo alloggio al sopravvenir della notte cel racconterà egli stesso con le sue parole: «Il mio alloggio poi era incognitamente nella ritirata interna di una porta nella sala del palazzo comunale sulle panche, ove si facevano le sedute: ma incominciando a far freddo, mi comprai un pagliaccio nella via Imperiale, e lo pagai otto paoli; e presa a pigione una soffitta nel borgo della Paglia, ivi faceva la mia residenza la notte sempre studiando. Non mancavo in questo tempo di andare indefessamente la sera all’accademia di belle arti, ove furono i miei maestri il Marconi in ornato, l’Antolini in architettura ed il prof. Santini in prospettiva, dai quali fui tanto amato, che mi obbligarono a concorrere nel secondo anno di mia dimora in Bologna; ed ottenni i premi in prima classe in ornato, ed un premio piccolo curlandese in