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Cristina, e fu della casa de’ Benedetti. Di otto figliuoli che Giovanni ebbe dalla moglie sua gli era rimasto solo Luigi; il quale, essendo nella età di sedici anni, e mostrandosi molto inclinato al disegno, fu messo dal padre alla scuola di maestri, come dice ei medesimo, alquanto mediocri. Crescendo poi in lui vie più quello amore che lo traeva alle arti belle; e avendo inteso essere in Bologna una insigne accademia ed abilissimi professori, una mattina di buon’ora, senza dir nulla a persona, con in tasca cinque scudi e un piccolo fardelletto sotto il braccio, solo e a piedi verso quella parte s’indirizzò. E dopo il cammino di un giorno e mezzo, stanco vi pervenne; e veduta la nobile città e l’accademia delle belle arti, subitamente ebbesi posto in cuore di non si voler partire di quivi.
Ma non andò guari che gli venne manco quel po’ di denaro ch’avea portato seco; e non avendo più di che potersi sostentare, pensò d’acconciarsi per garzone con qualche valente artista. E sovvenutosi di Francesco Rosaspina incisore, ch’avea non so come conosciuto in Ravenna, se gli presentò, pregandolo di consiglio e di aiuto. Quel valentuomo, piacendogli assai la bella presenza del giovanetto e la sua molta vivacità, ben volentieri l’ebbe raccomandato ad Antonio Basoli pittore d’ornato; il quale dimandollo che cosa sapesse fare; e sentito