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nato, con altri suoi colleghi del Magistrato Camerale, al posto di consigliere in quella corte, coll’annuo stipendio di quattro e più mila franchi. Dopo maturo riflesso sugli obblighi, che gli occorrevano in quella nuova magistratura, sullo studio necessario delle leggi, e de’ codici francesi, che si avrebbe dovuto intraprendere, sulla violenza usata nell’astringere in ventiquattro ore quegli antichi rispettabili giudici a scrivere, e motivare le loro decisioni in lingua oltramontana, deliberò il nostro saggio Durandi di dirigersi al Commissario organizzatore francese, onde chiedere, ed ottenere il suo congedo, che dopo replicate istanze, ed inutili esortazioni gli venne concesso.

Al cui proposito giova annotare quale sia stata la scrupolosità del nostro Concittadino che sprezzato l’utile di quel tranquillo stallo, e sebbene ridotto ai soli redditi di sua casa, soventi da circostanze impreviste diminuiti, preferì di ritirarsi in due