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tivi delle sentenze, che si richiedevano, in lingua volgare dicendo, che era un assurdo il voler parlare una lingua male intesa, od ignota ai litiganti1. Nè poteva in lui cadere il sospetto, che a tale pretesto si appigliasse, perchè non bene conoscesse la costruzione della lingua madre, ed il buon stile dell’aureo secolo di Augusto, giacchè ha egli sempre goduta la riputazione di buon latinista, e le sue opere d’antiquaria il comprovano.

Li distinti meriti, che acquistò Durandi nella magistratura, lo fecero, li 14 luglio 1797, presciegliere all’impiego di Avvocato Patrimoniale generale della sacra religione,

  1. Ved. la preziosa opera di S. Ecc. il conte Napioni Dell’uso e pregi della lingua italiana nella prefazione epistolare, pag. 13, e 14, edizione di Torino, ivi accenna li motivi della sentenza camerale 12 gennaro 1789, nella causa del consortile di Valperga contro la comunità di Salazza a relazione del collaterale Jacopo Durandi. Quindi il dotto scrittore applaude con ragionate riflessioni all’uso dal nostro magistrato introdotto di scrivere le decisioni in italiano.